Credevamo che la fine del mondo sarebbe arrivata con un fenomeno catastrofico visibile e di vasta portata. Tra gli scenari apocalittici più gettonati: lo tzunami, il meteorite, il terremoto.
La fine è arrivata attraverso qualcosa di ancora più pericoloso e tossico: una pesante nube di paura e tristezza che incombe su tutti noi a livello planetario e che non lascia vie di fughe, dovunque ti giri, è lì che ti fissa e che ti fa sentire intrappolato dentro ad un profondo sonno collettivo. Le persone, per paura della malattia e della morte, si sono ammalate davvero e stanno morendo davvero, ma di altre morti e altre malattie: indifferenza, rabbia, odio, sfiducia, letargia, depressione, ansia, solitudine, perdita del senso del proprio scopo di vita, perdita dello spirito creativo, della speranza, della voglia di ridere e scherzare insieme agli altri.
La giocosità, la risata, la spensieratezza, elementi caratterizzanti il vivere sociale, sono il tesoro più prezioso che gli essere umani si scambiano. La parola di conforto, la parola di incoraggiamento, il sorriso sincero, il complimento genuino sono massicce dosi di benessere che ci piovono addosso durante il coinvolgimento affettivo con gli altri. Lo scambio profondo con i nostri conoscenti, vicini, amici, è il bisogno essenziale primario, ciò che ci fa sentire riconosciuti, apprezzati, amati e in questo momento, purtroppo ci è venuto a mancare, dimostrando quanto la società dei consumi ci abbia ridotto a meri involucri che hanno perso il contatto con la radice del piacere e dei bisogni autentici.
Una società in cui tutto questo è stato sostituito dalla rabbia, dalla diffidenza, dalla delusione è una società che dovrà pagare un prezzo molto alto. Soprattutto i più giovani stanno facendo esperienza di un trauma profondo che li priva di ciò che è sacra linfa vitale per il loro sviluppo armonico: il piacere che si prova nello stare con i propri coetanei per giorni e notti intere, a tempo perso, con la sola voglia di chiacchierare, ridere, perdendosi nel gusto della presenza dell’altro, facendo esperienza del contatto con corpi, sguardi, voci, pensieri, che riflettono frammenti di sé e che conducono a una visione del mondo orientata alla fiducia e all’unità.
Non è che se “le zone” cambiano colore, per magia, le persone torneranno allo stato precedente. Non è come schiacciare il tasto di un telecomando. Gli esseri umani si porteranno dentro le tracce di questa esperienza per molto tempo. In più gli individui hanno la capacità di adattarsi a qualsiasi situazione e ambiente, persino alle situazioni più ostili ed estreme. Nella società industrializzata che li ha privati del contatto con il mondo naturale, gli esseri umani hanno appreso a sentirsi separati e isolati gli uni dagli altri. Il contatto sociale non formale è per la maggioranza fonte di stress e disagio, il ritiro sociale, la condivisione e comunicazione mediata esclusivamente da telefonini e pc appare più rassicurante e priva di insidie. Così la letargia e l’isolamento sono diventati la nuova religione, la fobia sociale ora è legittimata dal rischio di contagio e l’appiattimento totale dei cervelli ne è la diretta conseguenza: le idee si alimentano infatti dello scambio energetico che avviene attraverso il contatto umano. Nuove idee significano progressione, evoluzione, sviluppo, mentre in un mondo dove creatività e idee non circolano più si perviene ad un ristagno. Le nostre idee sono come noi hanno bisogno di fare l’amore con le idee dell’altro per partorire altre idee e così dare un senso di progresso al mondo.
Tutto questo scenario causa:
-incremento dell’aggressività e del senso di frustrazione
-diminuzione del senso di tolleranza e comprensione verso il prossimo
-stanchezza cronica
-disturbi fisici cronici
-difficoltà a somatizzare e metabolizzare le esperienze
-maggior tensione sociale e propensione al conflitto
E’ sconcertante come nessun telegiornale e nessuna trasmissione televisiva abbiano MAI affrontato questo tematiche, come non abbiano MAI suggerito regimi nutrizionali per innalzare il proprio sistema immunitario. Come non si siano MAI preoccupati di approfondire il tema del disagio psicologico e sociale degli adolescenti e degli adulti che hanno perso il lavoro. Come non ci si soffermi MAI a raccontare da vicino quello che sta accadendo alle persone, all’aumento esponenziale dei tassi di suicidio, alla diffusione della depressione generalizzata, all’aumento esponenziale delle malattie autoimmuni, al decremento delle nascite, dei matrimoni, all’aumento del conflitto e della tensione tra gruppi sociali?
Dovremmo interrogare noi stessi su che tipo di risposta vogliamo dare a tutto questo.
Mentre il vecchio mondo muore, qualcuno dovrà cominciare a piantare i semi della nuova terra, lontano dai consumi, lontano dal mero commercio, nel ritorno ala connessione con il mondo del sacro e della natura. Quello che sta emergendo è un mondo costruito da nuove piccole comunità auto organizzate, un mondo in cui sia possibile vivere a seguito della disintegrazione della frequenza che vibra nella dimensione 3D, la dimensione dell’ego.
Uscire dalle maglie di Matrix diventa sempre più possibile mano a mano che essa rivela più prepotentemente il suo vero volto. Ma il lavoro dovrà essere compiuto prima di tutto dentro noi stessi, là dove l’ego ha cominciato a mostrarsi sempre più chiaramente, là dove Anima chiede di essere vista, assaporata e, finalmente, ascoltata.