Nelle relazioni che siamo abituate a instaurare viviamo all’interno di dinamiche proiettive che sono sorrette dalla costituzione di cordoni energetici che legano il nostro corpo sottile a quello dell’altra persona.
La presenza di questi cordoni genera nella relazione un senso di reciproco nutrimento, ma anche di frustrazione, un senso sotteso di minaccia, poichè ci sentiamo al sicuro, ma nello stesso tempo, avvertiamo di non essere più “interi” di aver ceduto parte di noi a quel parrtner.
Prima eravamo interi, la relazione ci ha divisi a metà.
Ciò che, all’inizio, manda in tilt le due controparti, nella dinamica di Fiamma Gemella è che esiste una Forza Superiore invincibile che nega fermamente la creazione di questi cordoni. In altre coppie che sono su un cammino di crescita spirituale, può accadere che i cordoni dell’attaccamento, vengano gradualmente dissolti, con la guarigione dei due partner. Nell’incontro di Fiamma questi cordoni non si creano proprio e non possono crearsi. Per questo parlare di “relazione tra Fiamme Gemelle” o “dinamica tra Fiamme Gemelle” è fuorviante (anche se io stessa utilizzo questi termini). In realtà non esiste una relazione in senso proprio o una dinamica, perchè questi processi sottendono l’esistenza di cordoni energetici che in questo caso, non si sono mai formati, non possono essere formati.
Tutto ciò è molto destabilizzante da sperimentare e porta spesso a dei rimpalli di accuse tra le due controparti che “avvertono” dentro di sè un’insicurezza e una paura profonde. Non riuscendosi a dare una giustificazione per la presenza di determinati sentimenti, generano, attrraverso la mente, gli scenari più spaventosi in cui possono fare dell’altro un capro espiatorio. Si viene così a creare un teatrino dei malintesi che caratterizza il dialogo tra le controparti non ancora consapevoli dell’unicità del percorso in cui si trovano.
Ogni volta che ci sentiamo “respinte” o “rimbalzate” dalla nostra controparte (e vi assicuro che anche i maschili avvertono lo stesso) è perchè stiamo ubbidendo a una sacra regola non scritta. Non si vuole fare delle due parti Uno ma far sì che le due unità rimangano tali in un rapporto di interdipendeza. Il numero delle Fiamme è proprio l’11 che indica due Unità complete che stanno l’una accanto all’altra. Uno e Uno fa sempre Uno nella matematica divina.
Vivere l’amore senza attaccamento è in assoluto l’esperienza più divina che si possa fare su questa terra. In assenza di cordoni, i Gemelli, per continuare a comunicare sono spinti come in un’autostrada supersonica a far emergere la propria stella nucleo che sostituisce il tipico cordone del terzo chackra che lega le coppie di tipo karmico. Certo, dissolvere i cordoni è un processo doloroso, perchè significa decostruire il proprio terreno karmico familiare, a cui le strutture del nostro io sono legate. E’ una seconda nascita in cui connettiamo la luce interna della nostra stella nucleo alla sorgente divina. Al termine di questo processo i Gemelli hanno dissolto, l’uno attraverso l’altro il loro corpo di dolore e i cordoni energetici che li legavano ad altre anime e sono ascesi nella consapevolezza della sacra unità interna. In questo percorso saranno sempre più guidati l’uno verso l’alto, e avranno come centro dell’unione la sede dell’anima, pochi centimetri al di sopra dal cuore.
Per chi è sulla strada di crescita spirtuale, per tutti coloro che sono alla ricerca della piena realizzazione attraverso l’individuazione di una via del Sacro, è forse apparsa più volte chiara la comprensione che questo tipo di cammino sia fatto più di “togliere” che di “aggiungere”. La via dell’autentica spiritualità, infatti, ci porta non già alla suprema riuscita dell’Io, ma al suo disfacimento, al rinunicare ad ogni maschera e corazza per darci nudi al ricongiungimento con la nostra stessa eterna essenza. Le tappe di questo cammino sono dunque costellate da “sacrifici”: atti attraverso cui dimostriamo il nostro coraggio rinunicando ai piccoli attaccamenti per donarci a qualcosa di più grande che non offre alcuna certezza, che non può essere misurato e che, nonostante questo, è l’unica ultima realtà impermanente ed imperitura.
Lo sapevano bene gli antichi indu che veneravano questa Dea. Chinnamasta ci conduce ad un messaggio di una potenza inaudita. La Dea è rappresentata in modo cruento: tiene la sua stessa testa tra le mani e con il sangue che sgorga a fiotti violenti dal collo tranciato, abbevera le sue assistenti e se stessa.
In questa veste la Shakti cosmica è rappresentata nell’atto supremo del darsi e del liberarsi. Ai suoi piedi, vi sono i due principi primi, nella loro veste terrena, rappresentati come Re e Regina uniti in un amplesso tantrico.
Ciò che questa immagina potentemente ci suggerisce è che l’unione erotica, nel principio del tantra, è possibile solo a mezzo del sacrificio di sè, della perdita di sè, della perdita della mente, che è affermazione dell’Io, controllo e potere. Chinnamasta esegue l’atto di liberarsi dagli attaccamenti dell’Io in modo violento, deciso, senza temere le conseguenze, sa che il sacrificio significa in realtà abbondanza, potenza, prosperità, perchè è solo quando siamo molto pieni, pieni fino all’orlo di noi stessi che possiamo darci la possibilità di straripare senza temere conseguenze, senza il rischio di sentirci svuotati dalle nostre energie, poichè in questo stato di pienezza il darsi significa ricevere abbondanza e piena realizzazione.
La donna Chinnamasta è colei che abbandona, nella sua vita storica, le convenzioni e le maschere sociali, che lascia la casa, il lavoro sicuro, il compagno storico per gettarsi a capofitto nel viaggio verso il deserto. Nel deserto la sua anima si riflette e trova serenità, poichè il deserto, proprio come lei, ha rinunicato ai suoi frutti, per dare se stesso, spoglio, nudo, arido, senza filtri, alla vastità del cielo e del sole. La donna Chinnamsata è una donna che predilige il nomadismo alla stanzialità, che fatica a mettere radici poichè ha dentro di sè una chiamata radicale verso il risveglio. Deve combattere le estenuanti forze della mente del mondo che ha paura delle donne come lei, poichè le donne come lei, non avendo nulla da perdere, sono libere e incontrollabili. Su queste donne la pressione sociale e il condizionamento devono deporre le armi. Chinnamasta si fa liberatrice di altre anime. La sua vita è interamente data al servizio dell’Opera, getta sè stessa ogni giorno al di là dell’ostacolo con lo scopo di liberarsi e, allo stesso tempo, liberare quante più anime possibile.
Ha superato la dualità, rappresentata dai due principi che vengono alimentati dal suo stesso sangue.
Negli antichi rituali tantrici, il sangue era un elemento centrale, insieme ai fluidi corporali della donna e dell’uomo, veniva annusato, manipolato, ingurgitato. I fluidi del corpo sono per i discepoli del tantra le fonti condensate del vero risveglio, là dove lo Spirito del praticante può unirsi con la manifestazione della Madre, della Natura, nelle sue espressioni più istintuali, animalesche e selvagge. Per questo era necessario beve il sangue della propria amante, bere il seme del proprio amante.
In molte tradizione troviamo il mito dello smembramento, del cadavere, dello scheletro, legato proprio a questo signficato di estremo sacrificio rituale.
In un’altra tradizione più lontana, quella degli Inuit dell’artico, troviamo un’altra Dea, dalla cui mutilazione hanno origine le ricchiezze del mare e dei suoi abitanti, che è Sedna, a cui ci dedicheremo in un altro articolo.
Quello che conta, il messaggio che vive in questi miti, è che da ogni perdita radicale e assoluta si genera un bene prezioso. Sacrificare sè stessi vuole anche dire sacrificare il proprio io sociale per far valere, in ogni momento, la propria autenitictà senza temere di venire per questo derisi, esclusi, giudicati. Significa fare della propria originalità e diversità un punto di forza da cui partire per elaborare e condividere la propria visione, andare oltre l’omologazione. Perdere parti di sè, come nel caso dello smembramento rituale, significa dare se stessi e il poprio corpo all’Unione con il Divino che, in fin dei conti, è il significato più puro della vita, dal momento che, sulla via del sentiero del risveglio, il corpo viene bruciato, martoriato, smembrato allo scopo di permettere alla luce di entrare.
I sacrifici rituali, i veri sacririci, e non quelli della mortificazione cattolica a cui siamo stati educati, tolgono per poi dare quintuplicato il valore di ciò che è stato dato e richiedono corraggio e non abnegazione. Richiedono Forza e non sottomissione, sono i sacrifici che rendono possibile il crollo degli ostacoli che si frappongono nel nostro cammino attraverso l’urolo viscerale e l’audacia di Chinnamasta.
Evoca la forza di questa Dea quando ti trovi nei momenti di svolta della tua vita. Quando tutto sembra cambiare radicalmente e rapidamente. Quando sembra che il mondo ti stia crollando addosso, ma è solo per mostrarti il cielo. Quando stai vivendo il bruciore della perdita, prega Chinnamasta, datti a lei, e abbi fede perchè trasformerà quella ferita aperta in dono, in miracolo, attraverso l’emergere di un significato più ampio del tuo stare al mondo, attraverso ispirazioni, opportunità e conoscenze inaspettate.
In questo secondo episodio della rassegna sui Fiori di Bach e Fiamme Gemelle vorrei parlarvi di un Fiore molto utile nel percorso di Fiamma.
Centaury è un fiore che ci parla della relazione delicata che esiste tra la capacità di dare e la capacità di ricevere. Le donne e gli uomini Centaury hanno una predisposizione innata alla gentilezza e all’altruismo, ma, proprio per queste loro caratteristiche, tendono a farsi assorbire dai bisogni e dalle necessità altrui, trascurando i propri desideri.
Sono sempre ben disposte a prendersi carico di una situazione difficile, cercano in tutti i modi di dare sè stesse, mettendo gli altri al primo posto nella scala delle priorità.
l loro carattere mite e gentile, fa sì che riescano con difficoltà a esprimere il proprio dissenso con fermezza o a mettere dei confini tra ciò che possono e ciò che non possono tollerare. La donna Centaury teme che, esprimendo le sue preferenze e i suoi bisogni, riceva il rifiuto e la negazione dell’amore da parte delle persone a cui tiene. Preferisce quindi tapparsi la bocca pur di non suscitare un clima di tensione intorno a sè. Predilige, infatti, sopra ogni cosa, la pace e l’armonia nel suo ambiente di vita.
IL FIORE CENTAURY NEL RAPPORTO DI FIAMMA GEMELLA
La sofferenza di Centaury nel rapporto di Fiamma può insistere sull’aspetto del sentire rifiutato il proprio aiuto. In un rapporto di Fiamma che è altamente evolutivo per entrambe le parti, venendo a mancare l’aspetto dell’attaccamento e della manipolazione (le due controparti si conoscono talmente bene da smascherare immediatamente qualsiasi tentativo di un gemello di allontanarsi dal porpio vero sè), Centaury non ha la possibilità di fare ciò che ha sempre fatto: mettersi a servizio della persona che ama, rinunciando ai suoi bisogni. L’archetipo Centaury si trova costretto all’interno di questo rapporto a tirare fuori la propria capacità di dire di “NO”, la propria capacità di tracciare confini sani, esprimendo i propri bisogni con equilibrio e pacatezza, ma, allo stesso tempo, con fermezza. Si trova costretto a prendersi le proprie responsabilità, assumedosi i rischi connessi all’esprimersi in verità ed assertività. Il Divino femminile, solitamente portatore di una maggior fetta di “energia” Centaury, viene chiamato a superare le proprie ferite infantili legate all’esclusione e a riconoscersi non più come Cenerontola remissiva, ma come Regina che preserva le sue doti di cura, di gentilezza e amorevolezza. imparando però a riconoscere i propri confini e a rispettarli. La donna Centaury nel rapporto di Fiamma Gemella imparerà a riscoprire i propri talenti e doni, trovando spazio alla fioritura della sua relazione con la controparte, senza però rinunciare a sè, ma mettendosi al centro del suo mondo e sentendosi completa in sè stessa, indipendete e, allo stesso tempo, innamorata.
IL FIORE CENTAURY NEL MITO
Questo fiore riceve il suo nome da un Centuaro molto particolare, Chirone, che si distingueva dagli altri centauri per il suo carattere mite, la sua predisposizione ad aiutare gli altri e guarirli dalle loro afflizioni interne ed esterne. Chirone cresce in mezzo agli altri Centauri in un clima di violenza, ostilità, ignoranza, tipiche della sua specie, e, pur tuttavia, si mantiene dentro di sè puro e fedele ai suoi sentimenti di gentilezza e disponiblità d’animo.
La difficoltà che incontra Chirone nell’essere circondato da bruti che si approfottano della sua bontà d’animo è un pò quella che vive sulla pelle la bambina o il bambino Centaury, che riceverà fin dalla prima infanzia i colpi della vita per non essere in grado di “corazzarsi”.
La Centaura è un fiore che può crescere anche tra arbusti e sterpaglie, a sottolineare, ancora una volta, la simbologia della Cenerontola circondata da matrigne e sorrelastre cattive, sottesa al signifcato profondo di questo fiore.
La predisposizione di Chirone, per tornare al mito, lo porterà a parteggiare per Eracle, durante la sua lotta contro i Centauri e ad uscire da questa battaglia con una inguaribile ferita al ginocchio, causata da una freccia avvelenata. Vinto dalla atroci sofferenze prodotte dalla ferita, chiede a Zeus il permesso di barattare la sua immortalità con Promoteo. Zeus decide di accordare la morte al gentile Centauro, liberandolo dalle sue sofferenze. Lo trasmormerà in una luminosa costellazione, purtroppo, difficilmente e parzialmente osservabile, visto che risulta in gran parte al di sotto dell’equatore celeste. Le stelle più brillanti come Proxima Centauri, la stella più vicina al sole, sono nell’emisfero australe ed invisibili agli osservatori settentrionali. Dalle nostre latitudini si può scorgere soltanto una parte. Per vederla il periodo migliore è i primi di maggio, alle 22 circa, sull’orizzonte meridionale. Nell’emisfero meridionale, invece, durante le notti di aprile la costellazione raggiunge quasi lo zenit.
Chiorone è portatore del messaggio che il Miglior Maestro cura sempre sè stesso e rappresenta l’archetipo astrologico del guaritore ferito. Se possiedi un Chirone forte e ben rappresentato nel tuo tema natale significa che provi molto amore nel dar cura e sollievo alle sofferenze altrui e che il tuo destino potrebbe essere nell’ambito della terapia naturale, nella psicoterapia, nella medicina olistica.
I nostri obiettivi arrivano in un primo momento alla nostra mente nella forma di idee.
Le idee sono gli Dei che ci suggeriscono gli obiettivi che dobbiamo realizzare attraverso ispirazioni accompagnate da emozioni e immagini.
Il segreto per realizzare gli obiettivi è innanzitutto il coraggio di dire Sì.
Possono arrivarci alla mente idee anche molto strampalate, assurde, strane e questo perchè siamo connessi ad un campo in cui gravitano onde in forma di frequenze e informazioni.
Immagino queste idee che gravitano nell’etere come dei semi scintillanti che nuotano in un mare di vuoto potenziale cercando il canale giusto attraverso cui manifestarsi.
L’idea giusta per voi metterà radici nel vostro cuore fino a che potrà, attraverso di voi, attraverso il vostro impegno e la vostra dedizione, manifestarsi. E’ quell’idea che da un pò stai coccolando, stai accarazzando, a cui pensi di tanto in tanto e, quando ci pensi, ti viene da sorridere.
Attenzione: è molto frequente che, soprattutto le donne, rinuncino a queste idee nascondesi dietro al dito della donna santa sacrificata.
Per esempio potreste aver passato tutta la vita a vivere per realizzare gli obiettivi e le idee degli altri. Questi altri possono essere figli, compagni, datori di lavoro, ecc…Vi sembra di essere buone nel farlo, nel mettere al primo posto gli altri invece di voi stesse e invece no, non siete brave, siete solo condizionate e state incarnando l’archetipo tutto italiano della donna matire santa e sacrificata. Uscite, vi prego, di lì.
Non è un fatto di altruismo quello di mettere i desideri altrui prima dei vostri, non siete brave madri o compagne di vita se mettere al primo posto altre persone, state solamente procastinando la realizzazione di ciò che sapete è il vostro frutto speciale, vostro e solo vostro, senza più scuse. Nascondersi dietro al bene degli altri e prenderlo a giustificazione per non realizzare niente di proprio, significa che si ha paura di spiccare il volo, di assumersi la responsabilità della propria incarnazione, così ci si nasconde dietro alle mille incombenze quotidiane, lasciando che la vita vera, quella che pulsa nel centro dei nostri desideri, finisca per sfiorarci appena. Puntualizzerò meglio questo punto, persuadendo anche quelle di voi che al momento le stanno pensando tutte pur di non accettare questa semplice verità: le persone che amate hanno bisogno che voi siate realizzate per sentirsi libere da voi. Ma se la vostra realizzazione dipende da qualcun altro, avete idea della responsabilità che state dando a questo qualcuno e quanto, inconsciamente, lo state privando della opportunità di realizzarsi a sua volta, legandolo a voi? Quindi realizzatevi, fatelo per gli altri!
Se non avete cura dell’idea (del Dio o della Dea) che è venuta a farvi visita, innaffiando ogni giorno i suoi semi, questo Dio, questa Dea, finiranno per abbandonarvi e andare a fecondare qualcun altro. Questo è quello che accade quando vedete in giro una cosa e pensate <<Non ci credo! Anche io avevo pensato di realizzarla!>>. Non è che il tipo che l’ha realizzata prima di voi, ve l’ha rubata, perchè ne ha sentito parlare da un amico dell’amico di vostro fratello, è semplicemente che le idee sono di tutti e decidono di manifestarsi semplicemente attraverso chi ha più fede in loro.
Ci vuole molta Fede per manifestare un’idea poichè queste idee, se sono veri Dei, arrivano per una ragione e la ragione è sempre l’evoluzione dell’umanità, la progressiva crescita verso la comprensione della nostra natura divina. Queste idee saranno quindi rivoluzionarie perchè implicano un’idea di progresso e nessuno è cresciuto restando in una zona conosciuta. Nessuno ha cominciato a camminare sul seggiolone o a nuotare nella vasca da bagno.
Accettare la chiamata di un’idea e decidere di danzare con lei significa venire a patto con l’ignoto e con il vuoto nulla.
Sì proprio così con il vuoto nulla, poichè è lì, nella vacuità, che tutte le idee si originano ed è lì che fanno ritorno. Perciò, se stai pensando che la tua idea di realizzare case che si riscaldano con il compost, sia una figata pazzesca che fa di te un figo pazzesco, rilassati perchè l’idea non è tua, viene dal nulla e nel nulla fa ritorno e soprattutto deciderà di manifestarsi attraverso di te se dimostrerai di essere un bravo ballerino, di rispettare la tua idea, amarla e preservarla dalla stupidità del tuo ego. Altrimenti, di punto in bianco, quando sarai a un passo dal brevettare la tua creazione, ti imbatterai in un annuncio che vende case che si riscaldano con il compost. E’ un messaggio per te dall’Universo che ti dice, ti manderò presto un’altra buona idea, vediamo se questa volta saprai farne miglior uso.
Quando un’idea che pensavi di voler realizzare ti sfugge di mano è perchè ci hai creduto troppo poco o perchè ci hai creduto troppo. Danzare con le idee significa farle sentire leggere, inebriate per il solo fatto che le hai accolte e che le stai amando, loro, in cambio, ti condurranno a centrare l’obiettivo come se fossi su un magico nastro trasportatore cosmico. Non dare troppe responsabilità alle idee che attraversano in soffi ispirati la tua mente. Non chiedere loro di pagarti le bollette, di pagarti l’affitto e le rate dell’auto. Invitale semplicemente nel tuo mondo e fai l’amore con loro per il tempo necessario, fai in modo che fioriscano tra le tue mani, sii gentile e delicato. Loro ti ricompenseranno nel modo che sceglieranno per te. Il modo più giusto per te e non quello che il tuo piccolo io vorrebbe.
In questo stato di cocreazione diventi un mago, diventi una maga. Le porte delle opportunità si apriranno per te, riceverai la telefonata giusta al momento giusto, incontrarei il giusto collaboratore e ti troverai tra le mani tutte le informazioni che necessiti. Per forza è così, perchè l’Universo è con te. Ma devi accettare la sua chiamata, non avere paura di lanciarti sulle montagne russe, lanciarti nell’ignoto. Svegliati grato ogni giorno perchè ogni giorno inizi un nuovo viaggio in un luogo di cui non possiedi le coordinate, ma è lì, proprio lì, che abita il tuo Spirito guida che ti chiede di venire a danzare nel mondo insieme a te.
Come ormai sappiamo, il percorso di Fiamma ci porta ad incarnare sempre di più la nostra parte animica, trasmutando i condizionamenti, le ferite, i debiti karmici, provenienti dal 3D-ego. Per fare luce sulla parti ancora in ombra di noi e risvegliarci alla chiamata di Anima, possono essere molto utili rimedi naturali come le essenze floreali di Edward Bach.
Cercherò di trattare, nel corso di questa nuova serie di articoli, i fiori che mi hanno maggiormente sostenuto verso il percorso di riunione.
Primo Fiore: PineAlbero del Pino.
Simboli correlati: Grande Madre, Ghiandola Pineale, Memoria Akashica, Unione di divino maschile e divino femminile.
Il Fiore per il Senso di Colpa. Stato d’Animo trasformato: Accettazione e Perdono di sè.
La prima essenza che consiglio a tutte le Divine Femminili è il fiore Pine. Questa essenza per me ha rappresentato una vera svolta nel mio percorso, ha cambiato radicalmente le dinamiche del mio rapporto di Fiamma, apportando molta più armonia e serenità dentro di me e, di conseguenza, fuori di me. Questo fiore, per la mia esperienza, cura il legame con la Madre, con il lignaggio femminile della nostra famiglia e con i suoi “pesi karmici”. Pine aiuta a dissipare il senso di colpa. Non avevo idea, prima dell’assunzione di questo fiore, di come il senso di colpa agisse profondamente in me a livello inconscio, condizionando pesantemente la mia vita. Questo “pattern” energetico con cui conviviamo inconsapevolmente, ci è stato trasmesso da una narrazione del femminile assolutamente fuorviante, svilente e vittimizzante che si è trasmessa di generazione in generazione e di cui le nostre antenate prima di noi hanno sofferto. A causa di questo senso di colpa, molte delle nostre antenate non si sono sentite in diritto di realizzarsi, di essere libere, di incontrare sè stesse, schiacciate dall’obbligo morale di integrarsi in una società violenta nei confronti del divino femminile. Come sappiamo la sensibilità naturale della donna, la sua saggezza interna e conoscenza intuitiva di metodi di guarigione naturali e ispirati da una conoscenza superiore è stata repressa con la forza e la violenza, in un primo momento, in un secondo momento è bastato il senso di colpa interno della donna per imbavagliarla e indurla al silenzio. La donna è stata condizionata, inoltre, a dare tutta sè stessa nel rapporto d’amore, facendo di questo il centro della sua vita e rinunciando, per esso, alla realizzazione di sè stessa. Prima i genitori, poi il partner, poi i figli, c’è sempre qualcun altro, oltre noi stesse, che richiede la nostra energia e nell’assecondare le esigenze di tutti ci troviamo prosciugate, perchè, nella realtà, stiamo cercando fuori qualcosa che va trovato dentro. Dal senso di mancanza che si prova nel non riuscire af “afferrare” il nostro senso di completezza e realizzazione nasce il senso di colpa, con la domanda interna “Cosa sto sbagliando?”.
Il senso di colpa nel percorso di Fiamma Gemella
Il senso di colpa che ci attanaglia nel percorso di Fiamma è quello sotteso alla convinzione inconscia “Non sto facendo abbastanza, non mi dò abbastanza, non sono abbastanza brava, capace, illumintata per far funzionare questo rapporto. Dato che provo questo senso di mancanza e non riesco ad ottenere ciò che voglio c’è qualcosa in me di mancante, di non sufficiente”. In più, avendo un’attitudine spiccata a questo stato interno, subendo il contraccolpi del machile, spesso tendiamo a colpevolizzare noi stesse, pur di evitare di tirare giù dal piedastallo il nostro Dio incarnato. Incolpare l’altro è sempre inutile, poichè non esiste colpa, ma anche incolpare sè stesse è sbagliato, anche permettere che ci sia qualcuno là fuori, a cui attribuire il ruolo del carnefice,con il potere di farci sentire colpevoli o mancanti di qualcosa. Il sentimento trasformato del senso di colpa è quello, per Bach, della piena accettazione di sè e del perdono. Perdonarsi nei momenti in cui non riusciamo più a nutrire il nostro rapporto di Fiamma con la cura e dedizione di cui siamo capaci, perchè abbiamo bisogno, anche noi, in determinate fasi, di ritornare a noi stesse per permetterci di guarire le nostre ferite più profonde, che il nostro maschile, sapientemente, mette in luce. Accettarci nei momenti in cui siamo arrabbiate, stanche, frustrate con il nostro maschile in trasformazione e perdonarsi per non essere sempre capaci di vedere oltre la superficie con cui lui si mostra a noi. Non è tutto sulle tue spalle femminile, stai dando la tua vita per questo percorso, ma la tua vita è la tua ed è nelle tue sole mani. E’ a te all’amore per te che devi fare ritorno, per la felicità di entrambi. Sei chiamata a questa esperienza per evolvere e rinascere in piena luce, ma non è un cammino di santificazione, mortificazione e prostazione. Tu sei la parte Forte del rapporto poichè conosci l’Amore e l’Amore può voler dire anche opporsi a qualcosa che non ritieni giusto e in linea con il tuo sentire profondo. Se questo avviene, non sentirti in colpa, non lo stai abbandonando, ma, proprio per il grande amore che nutri per lui, stai concedendo ad entrambi il tempo per guarire e ripulire gli schemi karmici dannosi per la vostra evoluzione. Come sanno le madri, amore non è passiva accettazione di tutto ciò che arriva da un figlio. I momenti più difficili sono quando devi dire dei”No” fermamente, anche se è più scomodo, anche se fa più male, ma lo stiamo facendo per un bene più grande, i nostri figli hanno bisogno dei nostri No e di sentire che ci sono dei limiti invalicabili. La stessa cosa deve avvenire per il tuo amore più grande e farà male un milione di volte di più, ti si spaccherà l’Anima in due, ma lui saprà poi ringraziarti per essere rimasta fedele a te stessa senza farti calpestare dalla sua parte ego.
Pine in questi momenti disinfetterà l’Anima dal dolore della colpa e potrai vivere le prove difficile che questo percorso mette davanti con maggior serenità e leggerezza, partendo sempre dall’ascolto e dall’accettazione incondizionata di te stessa.
Il senso di colpa intergenerazionale
Oltre a questo facciamo fronte anche al senso di colpa del mondo 3D per non essere donne dentro agli schemi convenzionali, schemi che, peraltro, stanno crollando fuori, ma sono ancora introiettati nel nostro subconscio. Come Divine Femminili in un percorso di Fiamma siamo sicuramente chiamate a incarnare un modello femminile assolutamente “Diverso”, rivoluzionario e anti convenzionale, per questo dobbiamo lottare con le forze opposte, dentro di noi, che vorrebbere richiamarci alla prevedibilità, al fare come tutte prima di noi hanno fatto.
Il senso di colpa inconscio, è anche quello che proviamo nei confronti delle nostre antenate, con la nostra madre storica, con nostra nonna, ecc…Decidere di tagliare i legami karmici che ci legano al Clan di appartanenza, non è cosa da poco. Il nostro Clan è il nostro sangue. La donna incontra il proprio clan di appartanenza con il menarca. Dal giorno del primo sangue, la donna non sarà più la stessa, perchè il sangue, che è memoria, porterà in lei la vita di tutte le antenate del suo lignaggio, che chiedono di essere, attraverso di lei, liberate.
Con il Clan, nutriamo un rapporto di lealtà e fedeltà: scindere i legami con le sue “leggi non scritte” significa aprire le porte al senso di colpa. In ogni famiglia si trasmettono valori, regole, malattie, paure, mancanze che legano il singolo al suo lignaggio, lo imprigionano in vite non sue, ma, allo stesso tempo, lo fanno sentire al sicuro, parte di qualcosa che, seppur malato, è per lo meno noto. Ci si può ritrovare quindi come quell’uccellino in gabbia che, messo di fronte alla porta spalancata della sua prigionia, preferisce restare al riparo dai venti del volo, poichè si è ormai assuefatto alla cattività.
Se l’uccellino decide di spiccare il volo, venti impetuosi cercheranno di portarlo indietro, uno di questi è proprio il senso di colpa che lo vincola al patto di alleanza con il Clan.
Il pino nel mito greco
Nell’antica Grecia il Pino è Attis, figlio di Cibele, la Grande Madre. Nel Mito di Cibele e Attis si inscena una trama antichissima intensamente presente nelle nostre cellule e nella nostra memoria Akashica: il mito della grande Dea che incontra nel figlio il suo sposo e amante. Abbiamo parlato in questo blog della natura triplice dell’antico Dio tantrico e del fatto che la Madre, primigenia creatura bisessuata dell’umanità, genera il figlio dal suo stesso seme e poi si unisce a lui, perchè egli è suo amante e suo Maestro. Ritroviamo lo stesso mito reinterpratato nella figura evangelica del Cristo e delle tre Marie.
In questo mito in cui il Pino è protagonista incontriamo il senso di colpa orignario inflitto alla donna dalla società ellenica dell’Olimpo. In questa civiltà si era già insediato, a seguito del contatto con le popolazioni indeuropee, un pantheon patricentrico con a capo Zeus e il mito di Cibele e Attis viene dunque narrato da questa prospettiva. Attis si ucciderà e si trasformetà in un Pino per fuggire a Cibele, la prima pietra, Madre e Amante cosmica che voleva riunirsi a lui. Ritroviamo quindi qui, in nuce, il primo rifiuto del maschile del suo principio originario creatore, la prima paura del rifiuto del femminile, che dovrà essere superata per continuare a generare, attraverso l’albero, suo figlio, i simboli della loro unione cosmica: la pigna (ghiandola pineale) e la resina (forma di luce condensata in cui si fossilizza la memoria akashica cellulare).
Questo è uno dei miti più intricati e complessi, indecifrabile come un koan, ma che vibra profondamente in noi risvegliando antiche conoscenze.
Come assumere Pine
Consiglio di assumere Pine nella forma di essenza pura (non miscelata ad altri fiori) per almeno tre mesi. Come essenza pura bastano 2/3 gocce sotto la lingua lontano dai pasti principali per almeno 4 volte al giorno.