Le tarantate : tra eros, mito e magia

Questo progetto ha iniziato a prendere forma nel 2018, quando Elena Verri, di origine paterne salentine, ha realizzato una mostra di opere grafiche e scultoree sul tema del Salento, a Ginevra (Svizzera).

Un monologo, scritto e interpretato dall’artista, è stato rappresentato nello spazio espositivo.
L’insieme dei lavori è nato dalle osservazioni durante i soggiorni nel Salento dell’artista, dalle sue ricerche sulle leggende e i rituali di guarigione di quella terra.

L’incontro con l’antropologa Irene Conti ha dato un nuovo soffio al progetto, ha permesso di approfondire le tematiche legate ai miti, alla magia, alle origini della cultura popolare salentina. La connessione tra le due donne è stata immediata e naturalmente è nato il connubio conferenza-spettacolo.

Le riflessioni dell’antropologa sul tarantismo, esposte nella conferenza, si appoggiano sulle ricerche di studiosi effettuate sul campo e si ampliano con une personale interpretazione del fenomeno.

Il monologo dell’attrice dà voce a una realtà vissuta dal mondo contadino salentino nel secolo scorso, incarna la difficoltà e la bellezza dell’essere donna in quella terra e in quell’epoca.

Il mondo magico e il fenomeno del tarantismo
di Irene Conti

La conferenza intende addentrarsi in un viaggio alla scoperta delle suggestioni che riecheggiano intorno al fenomeno della taranta salentina. Retaggio di un’epoca in cui il cui confine tra esseri umani e natura appariva sottilissimo, quasi invisibile, questo particolare fenomeno inscenava, secondo l’antropologo De Martino, un dramma, una «crisi della presenza» dell’uomo di fronte alle forze incommensurabili e incontrollabili della natura.
Da un’altra prospettiva complementare, il mettere in scena una simile ritualità da parte, per la maggioranza dei casi, di tarantate donne, poteva avere una funzione liberatoria dai ritmi ossessivi del lavoro nei campi e rinsaldare il legame con la natura, con la terra, attraverso un simbolo, come quello del ragno, legato ad un archetipo antico e transculturale.
Nella conferenza porto avanti un tentativo di comparazione tra il tarantismo e alcuni tratti caratterizzanti lo sciamanesimo, facendo riferimento alla suggestione, già intravista dallo stesso De Martino, che ricollega il fenomeno salentino ai misteri dell’antica Eleusi.

Cesare Ripa, Iconologia, Padova 1630

Tarantole e donne
di Elena Verri

Siamo in un paesino della Grecìa salentina, nella seconda metà del `900. Un mondo contadino umile, fatto di privazioni e fatica ma dove la vita è musica: la voce del vento, il coro delle cicale, i canti che ritmano il lavoro nei campi di tabacco e gli strornelli amorosi, il battito del tamburello dei rituali di guarigione delle tarantate, avvelenate dal ragno.
Una donna racconta l’infanzia e la gioventù vissute nel paesino fino alla sua «guarigione» dopo il morso della taranta. E canta le melodie della sua terra.

Irene Conti, antropologa culturale, scrittrice, operatrice olistica

Il mio daimon ha cominciato a chiamarmi molto presto attraverso una passione precoce per la scrittura e la lettura.
Durante la formazione classica, ho iniziato ad
approcciarmi agli studi sulla cultura greca antica. In questi anni nasce la mia passione per l’antropologia.
Mi sono laureata in Discipline demo etno antropologiche, nel 2008, con una tesi intitolata Verso la fondazione dell’uomo intero, che offriva un tentativo di recupero di una visione olistica e integrata dell’essere umano.
Il mio percorso universitario di specializzazione in Antropologia Culturale mi ha spinto, poi, ad incontrare gli studi sulla complessità e, in particolare, le indagini sulla coscienza in rapporto alla fisica quantistica.
Questa ricerca è confluita, nel 2012, nella tesi specialistica Da Bateson al Quantum Bit: per un’epistemologia della complessità, pubblicata, poi, dall’Università di Pisa in Lab’s Quarterly, Quaderni di Ricerca Sociale.
Ho, in seguito, cominciato un lavoro di approfondimento sulla relazione Mente/Materia, sciamanesimo e mitologie comparate attraverso il blog fisica della coscienza, che ho fondato nel 2016.
Sempre nel 2016 ho iniziato a divulgare le mie ricerche attraverso seminari e workshop, avvicinandomi agli studi sul matriarcato e sul femminile sacro.
Nel 2022 pubblico <La dea triplice>, che esplora l’archetipo dell’antica Dea Lunare, Ecate, attraverso tre storie parallele.
Ad oggi, avverto sempre di più la necessità di uscire da un linguaggio di appannaggio accademico per esplorare determinate tematiche legate al «Sé» e al femminile arcaico, attraverso un connubio con i canali dell’espressività creativa.
Da questa esigenza nasce la collaborazione con l’artista Elena Verri all’interno del progetto <Tarantate: tra eros mito e magia>.

Elena Verri, attrice, cantante, scultrice

Ho trascorso la mia infanzia tra Italia e Svizzera, fantasia e rigore, coltivando sogni, creando mondi, disegnando, inventando storie che mettevo in scena. L’immaginazione era il mio motore e l’arte in tutte le sue forme ciò che più mi faceva vibrare.
Oggi non è cambiato quasi nulla : l’amore per l’arte e per la vita, che è l’arte suprema, mi protende in avanti con il cuore aperto. Oggi ho solo qualche anno in più ma lo stesso desiderio di scoprire, imparare e creare.
Ho conseguito un diploma di attrice al Conservatorio di Losanna (Svizzera), sezione professionale di arte drammatica.
Durante gli studi mi appassiono anche per la scenografia, i costumi, le maschere e soprattutto il canto. Dopo il diploma continuo a studiare canto lirico.
Contemporaneamente completo la mia formazione in arti plastiche presso studi di artisti in Svizzera, Francia e Italia.
Nel 1995 espongo per la prima volta i miei lavori in una mostra a Ginevra. Poi seguiranno mostre personali e collettive in Svizzera, Francia e Italia.
Nel 1991 è iniziata la mia carriera professionale di attrice-cantante. Ho partecipato a produzioni teatrali e musicali, sia del repertorio classico che contemporaneo in Svizzera e in Italia. Dal 2001 creo i miei spettacoli di cabaret-café chantant, sola in scena o in duo con vari musicisti. Nel 2006 nasce il duo Les Sulfureuses con Coralie Desbrousses, attrice e trombettista e nel 2019 creiamo la nostra compagnia Coralena con sede a Ginevra.
Dal 2020 vivo in Versilia, un sogno diventato realtà, dove il mio percorso artistico continua la sua espansione.
Una delle mie fonti d’ispirazione è la mitologia. L’opportunità di collaborare con l’antropologa Irene Conti ha radicato sogni e intuizioni artistiche nella realtà della storia umana.

DATE 2025

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