Letture Registri Akashici

Che cos’è Akasha? Akasha è l’immenso spazio eterico, che non è fisico, non è temporale, ma è uno spazio di coscienza di natura divina che ciascuno di noi abita e da cui viene abitato. Akasha non prevede esistenza di un tempo lineare, ma solo di un hic et nunc in cui tutti i piani di vita passati, presenti e futuri si interconnettono. Nel punto dell’hic et nunc, nel presente, nella medesimezza, avviene il miracolo, la guarigione, la manifestazione di ogni possibilità, poichè in questo luogo non c’è materia, non c’è sostanza, ma solo possibilità in potenza.

Akasha si collega anche al quinto elemento e al ventunesimo arcano dei Tarocchi di Marsiglia, all’energia della Madre Cosmica (Maria Maddalena), di cui ho parlato qui.

Connettendosi con Akasha è quindi possibile approcciare ogni disagio fisico e/o esistenziale da una prospettiva di luce, compassione e amore, portare comprensione e sanare, accelerando il processo di risveglio e di realizzazione dei nostri scopi, anche quelli che ci appaiono impossibili. Akasha ci insegna che non esiste l’impossibile: quello che di più meraviglioso, incredibile, magico il tuo cuore può immaginare, è già, ad un certo livello, realtà. Cosa ti manca per manifestarlo? Fede, fiducia totale nell’Amore che è principio primo e sostanza che ci compone. Ciò che desideri con il cuore, ciò che di più vasto il tuo cuore desidera, è manifestato, ritrovando la connessione con la Madre universale che si fa canale, ponte, tra il regno invisibile e quello visibile.

Se senti che è giunto per te il momento di dare una spinta alla realizzazione dei desideri del cuore, di veder manifestato, qui sulla terra, il piano che la tua Anima ha scelto prima di incarnarsi, potresi trovare dalla lettura dei registri Akashici un enorme stimolo, una enorme motivazione, poichè Akasha ti connette con tutto ciò che sei stata/a, con tutto ciò che sarai, travalicando, dunque, i confini del tuo” io storico” e ponendoti a contatto con la tua essenza eterna che sta compiendo un disegno meraviglioso, viaggiando tra i mondi!

Akasha può fornire risposte su queste tematiche esemplificative:

Relazione Karmiche, Percorso Fiamme Gemelle, origine di attuali disagi fisici e/o psichici, indicazione circa la propria missione d’anima, cause più profonde che soggiaciono a conflitti o probelmatiche ricorrenti. Akasha fornisce inoltre supporto nella guarigione e comprensione di ferite (abbandono, rifiuto, umiliazione, tradimento, ingiustizia), e ristabilisce armonia e benessere laddove permangono sistuazioni stagnanti di sofferenza, confusione, indecisione, disagio.

Unisciti a me in questo straordinario percorso in modo che la magia possa tornare a scorrere nella tua Vita!

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Non sei solo . Il cambiamento ti aspetta!

Credevamo che la fine del mondo sarebbe arrivata con un fenomeno catastrofico visibile e di vasta portata. Tra gli scenari apocalittici più gettonati: lo tzunami, il meteorite, il terremoto.

La fine è arrivata attraverso qualcosa di ancora più pericoloso e tossico: una pesante nube di paura e tristezza che incombe su tutti noi a livello planetario e che non lascia vie di fughe, dovunque ti giri, è lì che ti fissa e che ti fa sentire intrappolato dentro ad un profondo sonno collettivo. Le persone, per paura della malattia e della morte, si sono ammalate davvero e stanno morendo davvero, ma di altre morti e altre malattie: indifferenza, rabbia, odio, sfiducia, letargia, depressione, ansia, solitudine, perdita del senso del proprio scopo di vita, perdita dello spirito creativo, della speranza, della voglia di ridere e scherzare insieme agli altri.

La giocosità, la risata, la spensieratezza, elementi caratterizzanti il vivere sociale, sono il tesoro più prezioso che gli essere umani si scambiano. La parola di conforto, la parola di incoraggiamento, il sorriso sincero, il complimento genuino sono massicce dosi di benessere che ci piovono addosso durante il coinvolgimento affettivo con gli altri. Lo scambio profondo con i nostri conoscenti, vicini, amici, è il bisogno essenziale primario, ciò che ci fa sentire riconosciuti, apprezzati, amati e in questo momento, purtroppo ci è venuto a mancare, dimostrando quanto la società dei consumi ci abbia ridotto a meri involucri che hanno perso il contatto con la radice del piacere e dei bisogni autentici.

Una società in cui tutto questo è stato sostituito dalla rabbia, dalla diffidenza, dalla delusione è una società che dovrà pagare un prezzo molto alto. Soprattutto i più giovani stanno facendo esperienza di un trauma profondo che li priva di ciò che è sacra linfa vitale per il loro sviluppo armonico: il piacere che si prova nello stare con i propri coetanei per giorni e notti intere, a tempo perso, con la sola voglia di chiacchierare, ridere, perdendosi nel gusto della presenza dell’altro, facendo esperienza del contatto con corpi, sguardi, voci, pensieri, che riflettono frammenti di sé e che conducono a una visione del mondo orientata alla fiducia e all’unità.

Non è che se “le zone” cambiano colore, per magia, le persone torneranno allo stato precedente. Non è come schiacciare il tasto di un telecomando. Gli esseri umani si porteranno dentro le tracce di questa esperienza per molto tempo. In più gli individui hanno la capacità di adattarsi a qualsiasi situazione e ambiente, persino alle situazioni più ostili ed estreme. Nella società industrializzata che li ha privati del contatto con il mondo naturale, gli esseri umani hanno appreso a sentirsi separati e isolati gli uni dagli altri. Il contatto sociale non formale è per la maggioranza fonte di stress e disagio, il ritiro sociale, la condivisione e comunicazione mediata esclusivamente da telefonini e pc appare più rassicurante e priva di insidie. Così la letargia e l’isolamento sono diventati la nuova religione, la fobia sociale ora è legittimata dal rischio di contagio e l’appiattimento totale dei cervelli ne è la diretta conseguenza: le idee si alimentano infatti dello scambio energetico che avviene attraverso il contatto umano. Nuove idee significano progressione, evoluzione, sviluppo, mentre in un mondo dove creatività e idee non circolano più si perviene ad un ristagno. Le nostre idee sono come noi hanno bisogno di fare l’amore con le idee dell’altro per partorire altre idee e così dare un senso di progresso al mondo.

Tutto questo scenario causa:

-incremento dell’aggressività e del senso di frustrazione

-diminuzione del senso di tolleranza e comprensione verso il prossimo

-stanchezza cronica

-disturbi fisici cronici

-difficoltà a somatizzare e metabolizzare le esperienze

-maggior tensione sociale e propensione al conflitto

E’ sconcertante come nessun telegiornale e nessuna trasmissione televisiva abbiano MAI affrontato questo tematiche, come non abbiano MAI suggerito regimi nutrizionali per innalzare il proprio sistema immunitario. Come non si siano MAI preoccupati di approfondire il tema del disagio psicologico e sociale degli adolescenti e degli adulti che hanno perso il lavoro. Come non ci si soffermi MAI a raccontare da vicino quello che sta accadendo alle persone, all’aumento esponenziale dei tassi di suicidio, alla diffusione della depressione generalizzata, all’aumento esponenziale delle malattie autoimmuni, al decremento delle nascite, dei matrimoni, all’aumento del conflitto e della tensione tra gruppi sociali?

Dovremmo interrogare noi stessi su che tipo di risposta vogliamo dare a tutto questo.

Mentre il vecchio mondo muore, qualcuno dovrà cominciare a piantare i semi della nuova terra, lontano dai consumi, lontano dal mero commercio, nel ritorno ala connessione con il mondo del sacro e della natura. Quello che sta emergendo è un mondo costruito da nuove piccole comunità auto organizzate, un mondo in cui sia possibile vivere a seguito della disintegrazione della frequenza che vibra nella dimensione 3D, la dimensione dell’ego.

Uscire dalle maglie di Matrix diventa sempre più possibile mano a mano che essa rivela più prepotentemente il suo vero volto. Ma il lavoro dovrà essere compiuto prima di tutto dentro noi stessi, là dove l’ego ha cominciato a mostrarsi sempre più chiaramente, là dove Anima chiede di essere vista, assaporata e, finalmente, ascoltata.

La reincarnazione nello stesso corpo

E’ un fenomeno di cui si parla poco, ma sempre più frequente nell’energia della Nuova Era.

Rinascere in vita completamente puliti, limpidi e purificati, significa morire in vita.

Morire in vita non è facile, ma miglialia di persone lo hanno fatto: sono i cosiddetti Maestri, coloro che sono riusciti a bruciare il karma familiare, ascendere alla dimensione che travalica i confini dell’Io storico, stabilizzandosi nella non dualità.

Questa trasformazione così radicale è anticipata dalla NODA (Notte oscura dell’anima), un lento dissolversi delle strutture dell’Io, un graduale abbandono di ciò che prima risultava familiare.

Cosa accade a livello energetico e fisico durante il percorso di reincarnazione nello stesso corpo?

La linea harica del campo energetico viene bruciata.

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Questa linea connette, attraverso il canale del corpo fisico umano, il cielo con la terra, la dimensione sottile con quella fisica. Passa attraverso punti che non vanno confusi con i chakra, poichè sono più profondi e hanno a che fare con il tema dell’incarnazione stessa. Questi punti tengono insieme il corpo fisico, fornendogli un senso di scopo e di stabilità, attraverso “istruzioni” del proprio Piano di Incarnazione (ciò che siamo venuti ad imparare). Quando la linea harica è dritta e luminosa è segno che siamo in perfetta salute e che siamo allineati con il divino: il nostro karma è diventato dharma, il nostro essere qui non ha più lo scopo di liberarci dalle prigioni dell’Io inferiore, ma di metterci a servizio dell’Opera più vasta attraverso il nostro Sè superiore.

Per maggiori approfondimenti sul tema della linea harica: Barbara Brennan

Durante questo processo, inoltre, Il DNA viene attivato dal 30% al 100%, poichè si accede a piani di conoscenza superiori che sono contenuti negli strati del DNA oltre il terzo e che riguardano l’accesso ai nostri registri akashici, l’apprendimento dell’energia di amore-compassione, l’unione con il divino interno, ecc…

Per maggiori approfondimenti: https://www.macrolibrarsi.it/libri/__kryon-i-12-strati-del-dna.php

Quando ha inizio il processo di reincarnazione nello stesso corpo, la vecchia informazione con cui il corpo veniva tenuto insieme grazie alla linea harica si disintegra.

La nostra possibilità di essere tenuti insieme dalla materia è data da un “Patto” che abbiamo fatto prima di incarnarci che riguarda l’apprendimento di determinate lezioni. La linea harica contiene, insieme al DNA, una specie di codice in cui queste informazioni vengono scritte; è un contratto che abbiamo stipulato con il nostro Sè superiore, stabilendo che saremmo venuti sulla terra per sciogliere determinati nodi karmici ed apprendere determinate lezioni, per raggiungere lo scopo di riunirci all’Amore divino onnipervadente. La dissoluzione della linea harica avviene quando questi insegnamenti sono stati appresi. Sempre più persone riescono a soddisfare in vita le richieste del contratto e quindi Anima chiede la formazione di un nuovo “contratto”. E’ così che cominica il lento processo di reincarnazione nello stesso corpo.

Nel corpo si producono disturbi di ogni tipo durante questo percorso. Esso ha perso la sua informazione originaria, il suo “codice”, e quindi non riesce a “tenersi insieme”. Ha inizio un processo di smembramento, una decomposizione delle strutture energetiche profonda, la cosiddetta “nigredo” alchemica. In questa fase il praticante sulla via del risveglio si ritrova assalito dai parassiti energetici: proprio come nel mondo organico, il mondo sottile ha i suoi “spazzini”, noi li temiamo, ci repellono, ma hanno una loro funzione essenziale che è quella di condurre il processo di putrefazione al suo compimento, mangiandosi ciò che non serve più. All’inizio di questa fase siamo preda di emozioni spiacevoli. La nostra parte ombra viene sollecitata. Anche se ci siamo sganciati da determinati schemi emotivi già da tempo, essi tornano, per essere espulsi in via definitiva attraverso le forze parassite. Questa ripulitura provoca dolore, sia fisico che psichico e può durare anni. Ma il praticante sa che è venuto qui per questo scopo e quindi accetta di buon grado e con spirito rassegnatario questa prova del fuoco, attendendo con molta pazienza e fiducia che questo fenomeno faccia il suo corso naturale.

Seppur sia difficile con la mentalità che abbiamo oggi, accettare simili conoscenze, è pur vero che esse erano considerate pane quotidiano nelle società sciamaniche legate alla religione naturale, dove la malattia era sempre considerata una “chiamata” dello spirito, era il risvegliarsi di forze invisibili che comunicano attraverso il sintomo a partire dal piano sottile. Non c’è da stupirsi che la medicina di oggi sia impotente di fronte alla grande maggioranza dei disturbi. E’ errato l’approccio alla malattia. Cambiando questo approccio non esiste malattia che non sia curabile, ma l’unico detentore del potere di guarigione è il paziente stesso, se utilizza il proprio disturbo come Maestro e non come nemico.

Come si conclude il processo di reincarnazione nello stesso corpo?

Molto lentamente la vecchia linea harica viene del tutto dissolta. Ciò significa che il DNA viene modificato. DNA, linea harica e kundalini sono tre facce dello stesso fenomeno. Le strutture karmiche familiari vengono sgretolate, i traumi legati a vite passate visti e risolti, si rinasce così puri e liberi, incontaminati. Abbiamo preso corpo proprio per raggiungere l’obbiettivo dell’incontaminazione, poichè nella dimensione fisica è più facile e rapido raggiungere la piena liberazione. Prendere corpo è un’occasione rara e preziosa per svolgere fino a fondo e completamente questo lavoro. E’ l’unica cosa che dobbiamo fare, in fondo.

Al termine della reincarnazione la linea harica si riforma con nuove istruzioni e torniamo a sentirci radicati e parte del mondo. Durante il processo può capitare di viaggiare in piani astrali per gran parte della giornata e perdere addirittura la connessione con il corpo durante la notte. Questo perchè la nostra identità, la nostra impronta animica è in questo periodo in fase di incubazione sui piani più alti e la nostra coscienza è pertanto sollecitata a connettersi con l’impronta in questi reami superiori. E’ particolarmente frequente, quindi, in questa fase sentirsi “per aria”, fluttuanti in luoghi lontani, disconnessi dal resto della propria famiglia d’anima. Chi torna da questo viaggio, però, torna detenendo importanti conoscenze metafisiche e spirituali che avvengono tramite trasmissione in chiaroconosceza, nel momento in cui la nostra impronta si trova nelle dimensioni astrali. Può insegnare e spiegare concetti metafisici agli altri con più facilità e segue una nuova missione di servizio al fine di aiutare quante più persone possibili a compiere il suo medesimo viaggio.

Con Amore e gratitudine,

Irene Adi Rahimo Conti

La sfida del polo femminile nel passaggio tra la 3D e la 5D

twinflameIn questo articolo vorrei parlare dell’intensa trasformazione energetica che molti di noi stanno sperimentando nel passaggio dalla terza alla quinta dimensione, focalizzandomi sul modo in cui tale trasformazione sta impattando il  polo femminile, presente in noi a prescindere dal notro sesso biologico.

La terza dimensione è il mondo materiale che ci circonda e che siamo abituati a vedere, toccare, percepire e considerare come unica realtà esistente fuori di noi. In questa terza dimensione l’energia dominante è quella della paura e i nostri sforzi sono orientati al tentativo di sopravvivere e a quello di piacere agli altri, in modo da non trovarci mai soli e portare con noi un’immagine interna di amabilità.

Mentre il polo maschile è più impegnato nella sfera della lotta per la sopravvivenza, quello femminile vive la sua battaglia nell’ambito delle relazioni, della cura di sè e degli altri, nel dare-ricevere amore, nell’ambito dell’amabilità, confrontandosi molto spesso con i temi del giudizio che riguarda la dimensione dell’essere più che quella del fare (che è invece una dimensione di giudizio che tocca maggiormente la controparte maschile).

Il nostro polo femminile decide di compiere la sua missione di sviluppare capacità di nutrimento infinito e di amore incondizionato nella terza dimensione, andando incontro ad una serie di ostacoli, paure, traumi che derivano proprio dal trovarci in questa specifica dimensione di coscienza.

Nella terza dimensione possiamo osservare una caratteristica importante nella nostra anatomia energetica: ci nutriamo e nutriamo gli altri attraverso cordoni simili a tentacoli energetici che pendono dal nostro corpo e questo nutrimento ci ricarica e ci fa stare bene. I cordoni però, proprio come il cordone ombelicale, fanno sì che il nostro nutrimento dipenda dagli altri e, di conseguenza, ci portano a restare invischiati in legami contro evolutivi per la semplice paura di rimanere senza cibo energetico.

I cordoni però, proprio come il cordone ombelicale, fanno sì che il nostro nutrimento dipenda dagli altri e, di conseguenza, ci portano a restare invischiati in legami contro evolutivi.

Il fatto che il nostro senso di amore interno dipenda dall’esterno ci porta a subire, a volte per una vita intera, comportamenti tossici e dannosi da parte di persone del nostro ambiente di vita, semplicemente perchè il nostro amore per noi stessi dipende dall’amore per gli altri e  far valere ciò che vogliamo e che ci fa stare bene implica, nella nostra logica 3D, perdere l’amore degli altri e di conseguenza l’unica forma di amore che pensiamo di poter sperimentare.

Il conto da pagare però è una lotta continua che vede schierati da una parte i propri desideri e dall’altra quelli degli altri. In questa lotta ci sentiamo egoiste e meschine quando mettiamo i nostri desideri al primo posto e impotenti, stanche, vulnerabili, frustrate, quando cediamo, ancora una volta, sacrificando i nostri desideri più autentici per il bene degli individui di cui ci prendiamo cura o che fanno parte del nostro ambiente di vita.

Che cosa avviene con il passaggio alla 5D

Il momento in cui stiamo transitando da una dimensione all’altra è il più difficile e delicato: alterniamo momenti in cui proviamo un senso di benedizione, estasi e unità con noi stess* a momenti in cui sprofondiamo, nuovamente, in emozioni di profonda tristezza, rabbia, paura. Stiamo ripulendo tutte le densità del nostro corpo e questo implica un lavoro estremamente faticoso, sfibrante ed estenuante sotto il profilo fisico, psicologico ed emotivo.

L’accelerazione  con cui questo lavoro avviene ci fa spesso avvertire di essere su una montagna russa che non si ferma mai e ci sono momenti in cui vorremmo solo poter scendere.

Piano piano, però, ancorandoci sempre di più alla 5D iniziamo a costruire nel nostro pensiero nuove credenze che sostituiscono le vecchie, nuove connessioni neuronali vengono formate e prendiamo confidenza con un modo tutto diverso di sentire e percepire la realtà intorno a noi.

Relativamente alle relazioni in una prima fase può essere possibile sperimentare un senso di disconnessione dalle persone da cui abitualmente correvamo appena cominciavamo a percepire un senso di vuoto interno o un bisogno di nutrimento.

A questa fase può accompagnarsi la paura di essere diventati indifferenti e insensibili, la paura di restare soli, la paura di non essere più amati.

Si tratta di un processo di ricalibrazione in cui, a livello di anatomia energetica stacchiamo i nostri cordoni da quelli degli altri ed entriamo nel cuore.

E’ un lavoro davvero arduo, possiamo sentirci in colpa per non desiderare più le vecchie relazioni tridimensionali, ma ci rendiamo conto di non poter più provare quello che provavamo prima, tutto è diverso per noi. Le vecchie relazioni si ricalibrano insieme a noi, quelle che rimanevano in piedi per qualche debito karmico, vengono dissolte naturalmente, quelle che invece hanno un valore evolutivo rimangono, trasformandosi. Arrivano nuove persone che vibrano alla nostra stessa frequenza e può avvenire qui l’incontro con la propria Fiamma Gemella.

Il nuovo pattern relazionale che prende forma nella nostra vita ha come centro focale l’esperienza della libertà e dell’indipendenza. Il polo femminile è finalmente libero dal campo di battaglia relazionale in cui dare amore significa perdere sè stess*, qui l’amore non è più personale, non è più condizionato, non è più dipendente, ma sgorga da una sorgente di infinito potenziale e di infinita consapevolezza. Non ci sono obblighi, doveri, sacrifici: l’amore di quinta dimensione è possibile solo se amiamo profondamente noi stess*. La cosa bizzarra è che quando veramente arriviamo alla fonte centrale dell’amore (il sacro cuore), non abbiamo più bisogno dell’amore degli altri, non abbiamo più bisogno del sentirci amati ed è proprio allora che l’amore arriva copioso e in abbondanza e, questa volta, senza vincoli nè condizioni. Abbiamo trasformato il bisogno in potenziale e il potenziale prende forma ogni giorno per poi trasformarsi di nuovo traendoci in un flusso di consapevolezza senza fine.

 

 

 

 

 

 

La parabola dei talenti

La parabola dei talenti è una parabola di Gesù narrata nel Vangelo secondo Matteo 25,14-30. Per chi non si ricordasse la parabola, essa narra di un Signore che parte per un lungo viaggio lasciando al primo servo, il più meritevole, cinque talenti, al secondo due e al terzo un talento.

Al suo ritorno loda il primo e il secondo servo perchè hanno fatto fruttare i loro talenti raddoppiandoli. L’ultimo servo, invece, dice di avere avuto paura del Signore e di aver pertanto sotterrato il suo unico talento: <<so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso>>. Il Signore allora rimprovera duramente il terzo servo, privandolo del suo unico talento, che viene elargito al primo servo <<perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha>>.

Questa parabola a mio avviso si ricollega al tema espresso, sempre in Matteo, nei versetti  14-16:

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

 

light in darkness

Il terzo servo nascondendo il talento sotto la terra fa come colui che accende la lampada per metterla sotto al moggio invece che disporla sul candelabro, a cosa, o a chi, servirà la sua luce?

Il servo in questione viene apostrofato dal suo Signore come “malvagio e pigro” e gettato nelle tenebre dove sarà <<pianto e stridore di denti>>.

Per comprendere la parabola attraverso la luce della nuova coscienza è bene partire da un’osservazione filologica. La parola “peccato” in ebraico, la lingua parlata da Cristo, viene tradotta con il termine “Khe’dè” che significa “trauma” o “blocco”.

Il nostro caro servo commette peccato e viene gettato nelle tenebre, per risanare il suo stesso trauma. Non è, difatti, forse a causa di un blocco, di un trauma, che, poco a poco, nascondiamo la nostra “brillantezza”?

La remissione dei peccati altro non è, probabilmente, nel linguaggio biblico originario, la guarigione dal trauma.

Poniamo per un momento che il Signore della parabola rappresenti il sé superiore e il servo quello inferiore…potremmo allora trasformare la parabola nella messa scenica di due parti scisse di noi che entrano in conflitto. Siamo noi che ci gettiamo nelle tenebre del dualismo e della separazione dal nostro nucleo, dal nostro fuoco centrale, poiché abbiamo sotterrato la nostra lucentezza, abbiamo posto la lampada sotto al moggio. L’abbiamo fatto perchè, come si esprime il servo, abbiamo avuto paura del nostro sé superiore che “miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso”. Quest’ultima espressione indica probabilmente la paura dell’uomo di fronte alla bizzarria di alcune leggi universali che si contrappongono a quelle finanziarie ed economiche. Il sé superiore infatti genera e moltiplica l’abbondanza senza bisogno di sottostare alle usuali logiche economiche..per questo può mietere e raccogliere anche se non ha seminato. Difatti i talenti del primo e del secondo servo, una volta moltiplicati, vengono donati, implicitamente, ai due servi: <<a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza>>. L’accorgersi di una tale legge sovrannaturale, può creare un blocco, un trauma, e condurci a nascondere la nostra luce per paura dell’abbondanza repentina, imprevedibile e incontrollabile che ne potrebbe scaturire.

Ma il nostro saggio sé superiore ci permette, a questo punto, di entrare nella valle del pianto e dello stridore di denti, dove sarà possibile, redimere i nostri peccati, ovvero condurre a compimento la guarigione del nostro trauma e permettere ai nostri talenti di moltiplicarsi come per legge divina.

A Laura piace pensare (è uno dei suoi segreti più gelosamente custoditi) che anche lei abbia un pò di brillantezza, appena una traccia, sebbene sappia che la maggior parte delle persone se ne va in giro con simili speranze chiuse dentro come tanti minuscoli pugni che non vedono mai la luce.

Michael Cunningham, Le Ore.