Nell’esplorazione dei centri energetici del proprio corpo (chakra), il meditatore, procedendo dal basso verso l’alto, incontra i vari elementi primordiali collegati a ciascuno di questi centri energetici. La terra per il primo chackra, l’acqua per il secondo, il fuoco per il terzo, l’aria per il quarto. A questo punto si abbandona la realtà del regno tangibile per entrare nelle dimensioni superiori degli ultimi tre chakra più alti, in corrispondenza di gola, terzo occhio e sommità del capo.
Gli elementi che conosciamo e di cui possiamo fare esperienza nella vita di ogni giorno lasciano spazio, adesso, a forze invisibili: l’etere, il pensiero, la consapevolezza universale.
Nella tradizione occidentale gli archetipi raffigurati nei Tarocchi di Marsiglia rendono conto, a loro modo, di questo passaggio:
Ne Le Monde, Arcano Maggiore XXI, ritroviamo una raffigurazione della dimensione di coscienza illuminata. La corona di foglie che circonda la figura femminile, di un colore azzurro-indaco brillante, è il simbolo della spiritualizzazione della terra, mentre la forma ogivale entro cui si erge la donna, è la classica “mandorla” o “vesica piscis” delle raffigurazioni medievali:
La mandorla rappresenta lo spazio di incontro tra due circonferenze intersecanti, che simboleggiano l’integrazione delle dualità e l’apertura del terzo occhio (ajna buddhista). Questa apertura avviene nel momento in cui si raggiunge l’equilibrio perfetto tra le energie dell’emisfero destro e quelle del sinistro. Ma la mandorla della vesica piscis è allo stesso tempo il simbolo esoterico della dissoluzione di qualsiasi dualità nella dimensione dell’Uno Cosmico.
Il XXI arcano dei Tarocchi potrebbe dunque rappresentare una coscienza di sesta dimensione che trova dimora nella visione illuminata del terzo occhio (Ajna in sanscrito).
La donna è, inoltre, circondata, da quattro ulteriori simboli, ciascuno posizionato agli angoli della carta. Oltre a rappresentare i quattro evangelisti, i simboli rimandano ciascuno ad un elemento naturale: partendo da sud-ovest e procedendo in senso antiorario questi elementi sono la terra, il fuoco, l’ acqua, l’aria.
Tutto fa pensare che la donna rappresenti quel quinto elemento evocato dalla tradizione antica e individuato nell’etere alchemico o nell’akasha induista. Il numero XXI richiama al nostro ventunesimo secolo in cui, probabilmente, secondo il racconto simbolico dei tarocchi, ci avvicineremo sempre di più all’incontro con questa Quintessenza.
Il Quinto elemento è una donna, o meglio, è l’incarnazione del femminino sacro, un principio primordiale presente in ciascuno di noi, a prescindere dal sesso biologico, che rievoca in noi le qualità dell’arrendevolezza, della fiducia, della gentilezza, del perdono. La donna de “Il mondo” si erge infatti nuda, prendendo dimora nel suo terzo occhio, nell’apertura della sua coscienza, danzando lambita dai venti della creazione, finalmente sbocciata e realizzata nella piena luce della sua essenza.
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