La morte dell’ego. A un passo dalla luce.

 

Gli ultimi anni sono stati per molti di coloro che potrebbero definirsi operatori di luce, anni di radicale cambiamento, di improvvise separazioni, lutti e sconvolgimenti di vario tipo. Eravamo abituati, ormai, a vivere, a livello energetico, ad un ritmo molto accellerato. Dal 2012 siamo stato catapultati in una nuova energia che con fatica siamo riusciti a cavalcare e domare, ma quello che che si sta verificando da qualche anno a questa parte nel campo di coscienza collettivo ci ha messi davvero a dura prova. In questi anni è stata vitale l’esistenza sul piano terreno di esseri umani risvegliati che, a livello globale, ci hanno fatto da guide. E’ stato preziosissimo il lavoro fatto dai tanti di noi che hanno accettato questo compito…che si sono incarnati per questo…che ogni giorno lottano per mantenere la frequenza collettiva sopra una determinata soglia…Sempre più è chiaro che non si tratta più di fare i bravi, di agire per il bene e la moralità comune, sempre più è chiaro che si tratta di lottare per la propria stessa sopravvivenza e per quella di questo mondo.

Scrivo soprattutto per quelle persone che al momento si trovano a metà strada, che stanno agendo tutti i propri terreni sforzi in virtù del salto definitivo, del salto oltre la soglia, oltre il velo. Che si trovano confinate per metà in questo mondo e per metà nell’altro. Lo spazio di vita nella terza dimensione si è fatto per loro strettissimo e si sentono perduti, privi di “agganci”, privi di punti di riferimento. Lo spazio di movimento nella terza dimensione si è fatto anch’esso angusto. Non possiamo muoverci come eravamo abituati prima, facendo partire la nostra energia dall’ego e spesso questa è l’unica strada che conosciamo per vivere.

Ma cosa accade quando l’ego, forse definitivamente e totalmente o, forse per la parte più grande di sè, muore?

Ci si ritrova sopraffatti.

Il nostro sè vero, che giaceva sotto l’armatura dell’ego,  è intorpidito, stordito e sotto shock…non era mai stato VISTO prima…e adesso noi arriviamo a lui e per la prima volta lo osserviamo…Lui si chiede cosa sta succedendo e perchè dopo tutti questi anni di indifferenza si ritrova ad essere “visto” ad essere, forse, addirittura, ascoltato, ad essere, forse, per la prima volta accolto e cosa più importante AMATO e ACCETTATO per ciò che è.

E’ qualcosa di totalmente nuovo per lui.

potere-dellanima

Il nostro piccolo, ignorato, autentico sè, ci mostra quali sono state tutte le sue ferite, le ferite accumulate mentre noi eravamo impegnati a servire il suo gemello artificiale, l’ego, che ci dava un senso di falso sè gonfio ed ipertrofico, un supereroe stanco di portare sempre sul volto la stessa maschera e che si sentiva pervaso da un ingiustificato senso di importanza personale, sentiva di avere il pieno diritto ad essere il più speciale, il più in questo o quello, il più in qualcosa….e quando questa implacatura della psiche ferita crolla, eccola fiebile emergere la luce del sè, ancora fragile e estremamente bisognoso di essere nutrito.

E questo autentico io può ricevere nutrimento solo dal suo interno. Deve essere lui per primo ad accendere la sua fiamma, perchè in questo caso, la luce parte da dentro per dispiegarsi fuori e non cerca, come nel caso dell’ego, che i riflettori dell’esterno siano puntati su di lui. L’unico modo che ha l’ego per sopravvivere, infatti, è traendo nutrimento dall’ esterno, ma il sè autentico no, lui può trarre energia solo da sè stesso ed è completamente e permanentemente completo e soddisfatto in sè.

Gli anni di abbandono, di indifferenza, di inconsapevolezza nei riguardi della sua presenza lo hanno reso fiacco, è per questo che, cara anima, è così dura la morte dell’ego, perchè non conosciamo quella persona che vive dietro di lui, è un completo sconosciuto, siamo dei completi sconosciuti per noi stessi.

Prendendo confidenza con noi stessi, con i veri noi, gradualmente accettiamo il fatto di vederci per quelli che siamo e soprendentemente ci piacciamo molto, molto di più in questa nuova versione. Perchè adesso non abbiamo bisogno di niente che ci dia diritto ad esistere, che convalidi il nostro esserci, sappiamo che noi esistiamo già e solo questa esistenza ci riempie del vero senso, quello imperituro, non quello che passa, che va e viene, seguendo i fisiologici alti e bassi della vita, misurandosi coi successi e sui fallimenti, attaccandosi ai progetti e agli obiettivi futuri.

Questa nuova versione di noi ci piace così com’è e comprendiamo che il suo luogo originario, quello in cui siamo da sempre stati, è il qui e l’adesso, nè più avanti, nè più indietro. Questo è il luogo di nascita e morte insieme, perchè il vero autentico sè vive fuori dal tempo, nasce e muore ad ogni istante.

Ci mostrerà però, prima della sua naturale, selvaggia bellezza, le sue ferite che emergeranno, una ad una, a livello conscio per essere guarite. Ecco perchè il vero cammino spirituale porta apparentemente più guai che benefici. Perchè è sicuramente sconviente aprire il vaso di Pandora, sollevare il tappeto dell’ego per sbirciare al di sotto e accorgersi di tutta la sporcizia con cui abbiamo a lungo convissuto senza nemmeno esserne consapevoli. Ma la sporicizia esiste solo fino a che  qualcosa vuole nasconderla, nel momento stesso in cui viene a contatto con la luce, scompare e noi possiamo finalmente darci il permesso di camminare nudi e liberi nel mondo, in compagnia  della nostra rinnovata autenticità.

La-donna-immersa-nella-sua-natura

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