Fiamme Gemelle: un valido aiuto dai Fiori di Bach

Come ormai sappiamo, il percorso di Fiamma ci porta ad incarnare sempre di più la nostra parte animica, trasmutando i condizionamenti, le ferite, i debiti karmici, provenienti dal 3D-ego. Per fare luce sulla parti ancora in ombra di noi e risvegliarci alla chiamata di Anima, possono essere molto utili rimedi naturali come le essenze floreali di Edward Bach.

Cercherò di trattare, nel corso di questa nuova serie di articoli, i fiori che mi hanno maggiormente sostenuto verso il percorso di riunione.

Primo Fiore: Pine Albero del Pino.

Simboli correlati: Grande Madre, Ghiandola Pineale, Memoria Akashica, Unione di divino maschile e divino femminile.

Il Fiore per il Senso di Colpa. Stato d’Animo trasformato: Accettazione e Perdono di sè.

La prima essenza che consiglio a tutte le Divine Femminili è il fiore Pine. Questa essenza per me ha rappresentato una vera svolta nel mio percorso, ha cambiato radicalmente le dinamiche del mio rapporto di Fiamma, apportando molta più armonia e serenità dentro di me e, di conseguenza, fuori di me. Questo fiore, per la mia esperienza, cura il legame con la Madre, con il lignaggio femminile della nostra famiglia e con i suoi “pesi karmici”. Pine aiuta a dissipare il senso di colpa. Non avevo idea, prima dell’assunzione di questo fiore, di come il senso di colpa agisse profondamente in me a livello inconscio, condizionando pesantemente la mia vita. Questo “pattern” energetico con cui conviviamo inconsapevolmente, ci è stato trasmesso da una narrazione del femminile assolutamente fuorviante, svilente e vittimizzante che si è trasmessa di generazione in generazione e di cui le nostre antenate prima di noi hanno sofferto. A causa di questo senso di colpa, molte delle nostre antenate non si sono sentite in diritto di realizzarsi, di essere libere, di incontrare sè stesse, schiacciate dall’obbligo morale di integrarsi in una società violenta nei confronti del divino femminile. Come sappiamo la sensibilità naturale della donna, la sua saggezza interna e conoscenza intuitiva di metodi di guarigione naturali e ispirati da una conoscenza superiore è stata repressa con la forza e la violenza, in un primo momento, in un secondo momento è bastato il senso di colpa interno della donna per imbavagliarla e indurla al silenzio. La donna è stata condizionata, inoltre, a dare tutta sè stessa nel rapporto d’amore, facendo di questo il centro della sua vita e rinunciando, per esso, alla realizzazione di sè stessa. Prima i genitori, poi il partner, poi i figli, c’è sempre qualcun altro, oltre noi stesse, che richiede la nostra energia e nell’assecondare le esigenze di tutti ci troviamo prosciugate, perchè, nella realtà, stiamo cercando fuori qualcosa che va trovato dentro. Dal senso di mancanza che si prova nel non riuscire af “afferrare” il nostro senso di completezza e realizzazione nasce il senso di colpa, con la domanda interna “Cosa sto sbagliando?”.

Il senso di colpa nel percorso di Fiamma Gemella

Il senso di colpa che ci attanaglia nel percorso di Fiamma è quello sotteso alla convinzione inconscia “Non sto facendo abbastanza, non mi dò abbastanza, non sono abbastanza brava, capace, illumintata per far funzionare questo rapporto. Dato che provo questo senso di mancanza e non riesco ad ottenere ciò che voglio c’è qualcosa in me di mancante, di non sufficiente”. In più, avendo un’attitudine spiccata a questo stato interno, subendo il contraccolpi del machile, spesso tendiamo a colpevolizzare noi stesse, pur di evitare di tirare giù dal piedastallo il nostro Dio incarnato. Incolpare l’altro è sempre inutile, poichè non esiste colpa, ma anche incolpare sè stesse è sbagliato, anche permettere che ci sia qualcuno là fuori, a cui attribuire il ruolo del carnefice,con il potere di farci sentire colpevoli o mancanti di qualcosa. Il sentimento trasformato del senso di colpa è quello, per Bach, della piena accettazione di sè e del perdono. Perdonarsi nei momenti in cui non riusciamo più a nutrire il nostro rapporto di Fiamma con la cura e dedizione di cui siamo capaci, perchè abbiamo bisogno, anche noi, in determinate fasi, di ritornare a noi stesse per permetterci di guarire le nostre ferite più profonde, che il nostro maschile, sapientemente, mette in luce. Accettarci nei momenti in cui siamo arrabbiate, stanche, frustrate con il nostro maschile in trasformazione e perdonarsi per non essere sempre capaci di vedere oltre la superficie con cui lui si mostra a noi. Non è tutto sulle tue spalle femminile, stai dando la tua vita per questo percorso, ma la tua vita è la tua ed è nelle tue sole mani. E’ a te all’amore per te che devi fare ritorno, per la felicità di entrambi. Sei chiamata a questa esperienza per evolvere e rinascere in piena luce, ma non è un cammino di santificazione, mortificazione e prostazione. Tu sei la parte Forte del rapporto poichè conosci l’Amore e l’Amore può voler dire anche opporsi a qualcosa che non ritieni giusto e in linea con il tuo sentire profondo. Se questo avviene, non sentirti in colpa, non lo stai abbandonando, ma, proprio per il grande amore che nutri per lui, stai concedendo ad entrambi il tempo per guarire e ripulire gli schemi karmici dannosi per la vostra evoluzione. Come sanno le madri, amore non è passiva accettazione di tutto ciò che arriva da un figlio. I momenti più difficili sono quando devi dire dei”No” fermamente, anche se è più scomodo, anche se fa più male, ma lo stiamo facendo per un bene più grande, i nostri figli hanno bisogno dei nostri No e di sentire che ci sono dei limiti invalicabili. La stessa cosa deve avvenire per il tuo amore più grande e farà male un milione di volte di più, ti si spaccherà l’Anima in due, ma lui saprà poi ringraziarti per essere rimasta fedele a te stessa senza farti calpestare dalla sua parte ego.

Pine in questi momenti disinfetterà l’Anima dal dolore della colpa e potrai vivere le prove difficile che questo percorso mette davanti con maggior serenità e leggerezza, partendo sempre dall’ascolto e dall’accettazione incondizionata di te stessa.

Il senso di colpa intergenerazionale

Oltre a questo facciamo fronte anche al senso di colpa del mondo 3D per non essere donne dentro agli schemi convenzionali, schemi che, peraltro, stanno crollando fuori, ma sono ancora introiettati nel nostro subconscio. Come Divine Femminili in un percorso di Fiamma siamo sicuramente chiamate a incarnare un modello femminile assolutamente “Diverso”, rivoluzionario e anti convenzionale, per questo dobbiamo lottare con le forze opposte, dentro di noi, che vorrebbere richiamarci alla prevedibilità, al fare come tutte prima di noi hanno fatto.

Il senso di colpa inconscio, è anche quello che proviamo nei confronti delle nostre antenate, con la nostra madre storica, con nostra nonna, ecc…Decidere di tagliare i legami karmici che ci legano al Clan di appartanenza, non è cosa da poco. Il nostro Clan è il nostro sangue. La donna incontra il proprio clan di appartanenza con il menarca. Dal giorno del primo sangue, la donna non sarà più la stessa, perchè il sangue, che è memoria, porterà in lei la vita di tutte le antenate del suo lignaggio, che chiedono di essere, attraverso di lei, liberate.

Con il Clan, nutriamo un rapporto di lealtà e fedeltà: scindere i legami con le sue “leggi non scritte” significa aprire le porte al senso di colpa. In ogni famiglia si trasmettono valori, regole, malattie, paure, mancanze che legano il singolo al suo lignaggio, lo imprigionano in vite non sue, ma, allo stesso tempo, lo fanno sentire al sicuro, parte di qualcosa che, seppur malato, è per lo meno noto. Ci si può ritrovare quindi come quell’uccellino in gabbia che, messo di fronte alla porta spalancata della sua prigionia, preferisce restare al riparo dai venti del volo, poichè si è ormai assuefatto alla cattività.

Se l’uccellino decide di spiccare il volo, venti impetuosi cercheranno di portarlo indietro, uno di questi è proprio il senso di colpa che lo vincola al patto di alleanza con il Clan.

Il pino nel mito greco

Nell’antica Grecia il Pino è Attis, figlio di Cibele, la Grande Madre. Nel Mito di Cibele e Attis si inscena una trama antichissima intensamente presente nelle nostre cellule e nella nostra memoria Akashica: il mito della grande Dea che incontra nel figlio il suo sposo e amante. Abbiamo parlato in questo blog della natura triplice dell’antico Dio tantrico e del fatto che la Madre, primigenia creatura bisessuata dell’umanità, genera il figlio dal suo stesso seme e poi si unisce a lui, perchè egli è suo amante e suo Maestro. Ritroviamo lo stesso mito reinterpratato nella figura evangelica del Cristo e delle tre Marie.

In questo mito in cui il Pino è protagonista incontriamo il senso di colpa orignario inflitto alla donna dalla società ellenica dell’Olimpo. In questa civiltà si era già insediato, a seguito del contatto con le popolazioni indeuropee, un pantheon patricentrico con a capo Zeus e il mito di Cibele e Attis viene dunque narrato da questa prospettiva. Attis si ucciderà e si trasformetà in un Pino per fuggire a Cibele, la prima pietra, Madre e Amante cosmica che voleva riunirsi a lui. Ritroviamo quindi qui, in nuce, il primo rifiuto del maschile del suo principio originario creatore, la prima paura del rifiuto del femminile, che dovrà essere superata per continuare a generare, attraverso l’albero, suo figlio, i simboli della loro unione cosmica: la pigna (ghiandola pineale) e la resina (forma di luce condensata in cui si fossilizza la memoria akashica cellulare).

Questo è uno dei miti più intricati e complessi, indecifrabile come un koan, ma che vibra profondamente in noi risvegliando antiche conoscenze.

Come assumere Pine

Consiglio di assumere Pine nella forma di essenza pura (non miscelata ad altri fiori) per almeno tre mesi. Come essenza pura bastano 2/3 gocce sotto la lingua lontano dai pasti principali per almeno 4 volte al giorno.

Con Amore e Gratitudine

Irene Adi Rahimo Conti

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