Uscire dalla notte oscura dell’anima: Mito, Eros, Psiche

Il linguaggio che Psiche, che è la nostra Anima, riconosce, non è quello della razionalità, dello schema, del calcolo, ma è quello mito poietico, simbolico ed erotico.

L’Anima, infatti che è pura fragranza, essenza eterica e divina, non conosce gli ordinari confini con cui la mente che è Logos, ordina la vita . La mente usa catogorie analitiche, deduzioni, che contraggono l’anima in spasmi, perchè semplicemente non le sono naturali.

Ed è molto facile che, messi di fronte alle grandi chiamate della vita, la mente semplicemente dica NO. Chi mai infatti messo di fronte a una grande chiamata, usando le categorie mentali, potrebbe rispondere Sì? E’ chiaro che la Mente ti porterà sempre a indietreggiare davanti alla chiamata dell’Anima perchè inizia il suo fraseggio interminabile di “se…ma…però…”. Perchè sa che, quella chiamata significa per lei morire e cedere il posto all’arrivo di qualcosa di più grande attraverso il quale i confini dell’io verranno travalicati. La sua morte però implica che nella tua risposta affermativa alla chiamata tu scelga di affidarti e lanciarti in un percorso più grande di quello che la mente ordinaria ha tracciato per te e per farlo puoi prendere ad esempio la natura. Osserva l’acqua di una cascata che, istante dopo istante, si lancia nel vuoto. Perchè l’acqua non dovrebbe avere paura di quelle rapide schiumose, perchè istante dopo istante lei sceglie di lanciarsi al di fuori di sè per darsi al vuoto?

Perchè l’acqua è parte del flusso della vita e della natura, di cui anche tu fai parte, solo che lo hai dimenticato. Ritornare a quel flusso significa riconoscere che nella vita si esprimeranno delle forze, dei cicloni, delle rapide, dei terremoti, perchè queste forze sono parte del processo del tuo risveglio.

I grandi lutti, le separazioni, le perdite, i licenziamenti, gli sconfinamenti, le malattie…Più grande è la perdita, il sacrificio, più grande sarà l’abbandono al flusso, al ritorno alla consapevolezza di una vita, sotto quella fenomenica, dove nulla mai accade, dove nulla nasce e nulla muore mai. E allora abbandonato al flusso della Natura, abbandonato al flusso della Madre, prosegui il cammino aperto ad ascoltare le voci degli dei, a seguire il loro tracciato, il loro disegno che è molto più vasto di quello che il mondo sociale ha stabilito per te.

Pertanto inabissati, sprofonda nella tua oscura notte e fallo abbandonando le cateogorie che vorrebbero ordinarla, etichettarla, analizzarla, sezionarla. Questa esperienza vivila in modo totale, abbandonati ad essa, fonditi in essa e comincia ad ascolare la tua traccia che inizia a suonare.

Inizia a riprendere in mano quel libro, quel quadro lasciato a metà, quella canzone non scirtta e a sfoderare da questa notte tutta la bellezza di cui sei capace.

La scelta di cavalcare il destriero alato della grande chiamata viene da dentro, è una decisione profonda, carnale, organica.

Sono gli organi che decidono di rispondere Sì e, attraverso gli organi, l’anima parla, attravero la mente l’anima soffoca.

Quando arriva il momento della vita in cui siamo chiamati ad attraversare la grande notte, chè disintegrazione dell’ego, che è dissoluzione in un campo di coscienza più vasto di quello mentale, le uniche armi che abbiamo a disposizione sono al di fuori della mente. Le puoi trovare nel Mito, nella Poesia, nel Sogno, nell’Immagine, nel Simbolo, nel Segno, nella Preghiera, nell’Invocazione, nella Divinazione, nella Danza, nell’Eortismo, nell’Arte. Tutti questi sono i tuoi canali, sono le armi che hai a disposizione per fronteggiare la grande notte e uscirne vincitore. E proprio quelle armi che forgerai con tanta fatica durante la tua discesa, saranno poi le tue ali, quando sarai libero, poichè questa morte è stata necessaria a renderti tale!

Con amore e gratitudine,

Irene Adi Rahimo Conti

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