La Pietra è Sacra

La riconciliazione degli opposti e la loro integrazione è la chiave di volta per trascendere l’ ordinaria dimensione di coscienza spingendosi oltre i suoi confini.

Possiamo vedere coppie di opposti e dualità ovunque, ma, come sempre, dobbiamo prioritariamente occuparci degli opposti e delle contraddizioni che vediamo sorgere dentro di noi.

Anche se di seguito è riportato un elenco di diverse coppie di opposti da reintegrare è bene sottolineare come queste coppie condividano un substrato comune, quello della mente ordinaria, intesa come un insieme di emozioni, forme pensiero, sovrastrutture e costrutti socio culturali indotti.

E’ importante, pertanto, osservare che il nostro stesso processo di pensiero è fondato sulla dualità e si nutre di dualità e che trascendendo i dualismi, stiamo parallelamente trascendendo la mente ordinaria.

dualismo terzo occhio

La prima coppia di opposti da riconciliare, la più importante, perchè è da qui che discendono tutte le altre, è senza dubbio quella tra Spirito e Materia. Da questa prima opposizione nasce quella tra corpo e anima, tra corpo e mente, tra fisica e coscienza, tra scienza e filosofia, tra scienza e religione. Tutte queste opposizioni nascono da una prima, ancestrale, separazione, quella tra Cielo e Terra, tra Uomo e Divino.

Si può notare come le opposizioni non sono solo un modo di procedere della nostra mente seguendo un andamento binario, proprio come potrebbe fare un software, ma sono, altresì, nella loro essenza più profonda, forme di separazione.

Ma separazioni da che cosa? Da noi stessi: la mente ordinaria agisce come un potentissimo virus informatico che riprogramma la coscienza tenendoci separati dal nostro sé autentico, dalla nostra vera casa. In questa casa,ritroviamo l’integrazione, una forma di coerenza interiore che pone fine a quello che i buddhisti chiamano dukkha (il dolore, l’incongruenza, l’avvertimento di un sottile disturbo di frequenza sullo sfondo della coscienza ordinaria).

L’opposizione più dolorosa per l’essere umano è quella tra questa mente analitica, giudicante, vittimista e preda della paura e la vera natura della coscienza, la vera natura del sé che scorre imperturbabile in unità con tutto ciò che è.

Il processo di reintegrazione con questa sorgente primigenia del nostro sé prevede il travalicamento di una forma di separazione molto radicata e perniciosa: quella tra corpo e anima, trascendente e immanente: così come ritroviamo in India una pratica filosofica millenaria, lo yoga, che fa del corpo lo strumento privilegiato di unità con la nostra sorgente interiore, possiamo rintracciare anche nei Vangeli indicazioni molto precise in tal senso come ad esempio il 112 di Tommaso:

Maledetta la carne che dipende dall’anima. Maledetta l’anima che dipende dalla carne.

Il messaggio della religione cattolica ufficiale è, al contrario di quanto professato dai Vangeli, volutamente inquinato, teso a rinnegare la sacralità del corpo, nonostante esso sia il vero Tempio e l’unico veicolo per trascendere il dolore e pervenire all’unità. Con la sacralizzazione del corpo e con l’unità corpo-anima voluta nei Vangeli, non ci sarebbe stato bisogno di alcuna Chiesa, poichè:

Su questa Pietra edificherò la mia Chiesa.

Su una Pietra che è l’oggetto materico per eccellenza, ciò che viene considerato inerme, inanimato e senza alcuna attinenza con il Regno dello Spirito viene edificato il tempio. Perché la pietra è sacra ed illuminata, come il corpo:

Se la carne fosse nata a causa dello spirito sarebbe una meraviglia, ma se lo spirito fosse nato a causa del corpo sarebbe una meraviglia delle meraviglie. Eppure mi stupisco di come questa grande ricchezza si sia ridotta in tale miseria.

(Vangelo di Tommaso, v.22)

Il cammino spirituale e religioso è un cammino organico e biologico, è un cammino che non trascende il corpo ma che vi si immerge, facendo di ossa, giunture, sangue, cellule, il suo tempio privilegiato. La meditazione con la sua pratica di respirazione consapevole riattiva le cellule ed ossigena il sangue. I vortici energetici, o chakra, che si trovano sulla spina dorsale, se riequilibrati, restituiscono salute agli organi a cui sono connessi, anche in un’ottica preventiva.

Riappropriarsi di questo nuovo senso del corpo, sacralizzandolo e sottraendolo alle perverse logiche estetiche, significa anche pervenire ad un’alimentazione più consapevole, in armonia con le energie della terra e con l’ambiente naturale.

Per concludere è interessante notare come la parola “carne” derivi dalla stessa radice sanscrita Kar da cui discendono anche i termini “cristallo” e “creazione”.

Queste tre realtà sono effettivamente interconnesse: il corpo, divenendo il centro della pratica meditativa, si “cristallizza”, raccogliendo e rapprendendo in sé tutta la creazione.

coscienza cristica

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