What Happened Miss Simone?- E’ possibile vivere al ritmo della propria anima?

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Un paio di volte, sul palco, mi sono sentita davvero libera ed è tutta un’altra cosa! E’ davvero tutta un’altra cosa! Come se tutto…se tutto…Ti dico cos’è la libertà per me? L’assenza di paura. Intendo, davvero: niente più paura. Se potessi viverlo per metà della mia vita: niente – più –  paura.                                                                                                    Nina Simone

Invecchiando ho iniziato a pensare a lei e mi sono detta: “Viene da un’altra epoca!”. Ma non era lei ad essere inadatta ai tempi. Erano i tempi inadatti a lei. Penso che quando seguiamo il nostro ritmo, la nostra anima, se viviamo in un ambiente che ci permette di essere noi stessi, allora siamo in armonia. La sfida è “Come ci troviamo nel mondo che abbiamo intorno? Come ci è permesso di essere davvero noi stessi? Nina Simone è stata libera di essere davvero se stessa?” Fragile quanto forte, vulnerabile quanto dinamica, era una sovrana africana. Come fa una sovrana a cadere nel fango e continuare a camminare con grazia? Molte persone hanno paura di essere così oneste come fu lei nella sua vita.                                                                                                  Atallah Shabazz

 

 

Di recente ho avuto il piacere di vedere il docufilm prodotto da Netflix sulla vita di Nina Simone intitolato “What happened Miss Simone?”. Ne sono rimasta molto colpita.

Conoscevo Nina Simone attraverso la sua musica e alcuni dei suoi pezzi musicali più noti, ma era totalmente ignara del suo travagliato percorso esistenziale.

Gli eventi che hanno solcato la vita della “sacerdotessa del soul” si potrebbe dire sfidino i limiti dell’umana sopportazione. Gli ultimi decenni della sua vita sono tra i più tragici, segnati dalla completa perdita di controllo sulla propria mente, da un isolamento estremo, dalla povertà che sfiorò i limiti del barbonaggio.

Pertanto il nome del docufilm è” What happened, Miss Simone?”, ovvero: Cos’è successo, Signora Simone?

Cos’è successo ad una donna che aveva ottenuto popolarità, successo, fama, che riusciva a vivere attraverso ciò che da sempre le scorreva nelle vene e le era più caro, la musica?

Due cose mi hanno colpito di più:

-Nina a un certo punto dice: <<avevo la musica sempre in testa, non mi abbandonava mai, nemmeno quando andavo a dormire>>.

-Siamo quasi alla fine del film quando Atallah Shabazz prova a rispondere alla domanda “Cos’è successo, Miss Simone?” e si chiede: << Un essere umano come Nina, che vive al ritmo della propria anima, può trovare spazio in questo mondo?>>.

Il Genio che viveva in Nina, che Hillman definì daimon, si scontrava con i limiti della società bianca, americana, borghese della metà del ventesimo secolo. Quello che è successo è che a un certo punto questo Genio non ce l’ha fatta più e gli argini che contengono la psiche entro quei limiti  che definiscono un individuo “normale”, sono crollati. Chi viveva al ritmo della propria anima in un ambiente ostile, razzista, machista, finto e borghese era destinato alla sofferenza, al martirio e alla follia.

Viene da chiedersi: è ancora così?

Quando una persona sta male, viene analizzata su di un lettino. Ma se a finire sul lettino fosse, per una volta, quella cultura, quella società, quell’ambiente che l’hanno fatta ammalare?

Ho sempre pensato di riuscire a scuotere la gente, ma ora voglio farlo di più, voglio farlo deliberatamente  e in modo ragionato. Voglio scuoterli così tanto che quando se ne vanno da un nightclub dove ho suonato, voglio che siano a pezzi […] Voglio entrare nel covo di queste persone eleganti, compiaciute, con le loro vecchie idee, e farli impazzire.                                                                                                                                                      Nina Simone

Per chi vede il mondo a partire dagli occhi dell’anima, quello che ci facciamo ogni giorno gli uni agli altri è semplicemente terrificante. Il solo fatto di non riuscire ad essere autentici, veri e senza difese con gli altri è terrificante. Il solo fatto di non riuscire ad amarci sempre ed incondizionatamente è terrificante. La convivenza sociale convenzionale per alcuni è semplicemente una forma di depravazione. Ci sono cose più eclatanti che tutti sono d’accordo nel definire oscene e aberranti, come la violenza sulle donne, sui bambini, sugli anziani, sugli animali. Ma ci sono, oltre a queste aberrazioni più vistose, altre più subdole che sono più perniciose e pericolose per chi riesce a vederle, perchè per il resto del mondo esse rientrano nella sfera della normalità. Un individuo che percepisce il terrore dove gli altri percepiscono il normale è considerato anormale e può convincersi di esserlo.

Occorre grande forza e grande coraggio per levarsi al di sopra dell’ombra e riuscire a “vedere”. E’ una scelta; pillola rossa o pillola blu? Da una parte c’è l’inautenticità, decidere di conformarsi rinunciando a sé stessi, dall’altra c’è la scelta di vivere attraverso l’anima  pagandone un prezzo molto alto.

Bisognerebbe cominciare a parlare di diritti dell’anima e cominciare ad osservare dove e come questi diritti vengono violati e chiedersi il perchè.

E’ tempo che il mondo divenga per tutti un luogo confortevole, amorevole e rispettoso in cui vivere, un luogo sicuro da tutti i punti di vista. Finché un’anima non si sente sicura, non si sente a casa, protetta, amata nel mondo in cui vive potremmo iniziare a parlare di violazione di un diritto inalienabile. Può sembrare un’utopia molto difficile da realizzare ma essa contiene un vantaggio: il diritto dell’anima raccoglie in sé tutti gli altri diritti, perchè se l’anima è in salute tutto il resto si sistema. Basterebbe questo unico diritto perchè vengano rispettati, per diretta conseguenza, tutti gli altri.

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