Oggetti di potere e ricerca interiore

Mi sono spesso chiesta perchè nelle tradizioni sciamaniche antiche ci fosse un uso così rilevante, centrale direi, di oggetti di potere. Ho trovato la risposta a questa domanda solo quando ho cominiciato a fabbricare i miei. L’oggetto di potere innanzitutto emerge da sè, sorge spontaneamente dalle profondità inconsce di chi lo realizza e stabilisce da subito un legame sottile tra la persona e il sacro. Infatti, ogni oggetto di potere viene realizzato a partire da oggetti raccolti in natura. Già questo momento, il momento della raccolta, contiene in sè l’aspetto della relazione sacra tra la persona e lo spirito naturale. Si va infatti ” a caccia” del proprio materiale di potere con i sensi ben affinati, si acuisce la vista, ma soprattutto si deve acuire il senso dell’udito. L’udito infatti è il senso che lega maggiormente alla funzione invisibile, poichè la vista è spesso distratta dalla sovraesposizione luminosa di quello che pensiamo essere reale. L’udito, invece, coglie l’ineffabile, ciò che sta dietro il percepito e non si mostra. E’ con l’udito, anche se non ce ne accorgiamo consciamente, che effetuiamo la scelta dell’oggetto. Da questo momento l’oggetto che entra nella sacca (da utilizzare con questa unica ed esclusiva funzione), diventa nostro alleato.

Certo, prima di raccogliere l’oggetto, sarebbe bene recitare una richiesta, chiedere il permesso allo spirito del luogo.

La raccolta va effettuata in stato di presenza e attenzione cosciente perchè quello che viene portato a casa contiene un’informazione, una ben precisa “impronta energetica”. E’ per questo che si arriva al momento della raccolta dopo una lunga fase di purificazione. Il momento della raccolta deve essere preceduto da un richiamo, da un impulso, un’attrazione irresistibile verso la pratica. Quando questo momento arriva significa che il sacro è pronto a donarsi.

I bambini sono raccoglitori naturali. Quando vi portano oggetti, gridando entusiasti “Guarda, guarda cosa ho trovato!” e voi rispondete svogliatamente “Beeello…” perchè in fondo si tratta di un banale sasso, sappiate che il bambino sa individuare gli oggetti di potere perchè ha ancora i canali sensoriali puliti. Quello che vi sta presentando è suo e vostro alleato. Il bambino individua spesso l’alleato della madre, più raramente del padre.

Vorrei adesso connettere il discorso degli oggetti di potere con quello sciamanico. Nella credenza sciamanica ogni oggetto naturale è abitato da uno spirito. Dopo la morte, infatti, l’anima può trasmigrare in diverse forme, anche inanimate, può abitare il tronco di un albero, una montagna, una tana e naturalmente, può trasmigrare in un corpo animale. Quando raccogliamo un oggetto di potere in stato di attenzione e chiediamo al bosco, alla montagna, alla spiaggia, il permesso di portarlo con noi, è probabile che stiamo ripristinando il legame con uno spirito antenato, che abbiamo definito alleato. Oppure, a seconda dell’energia che imprimiamo nell’oggetto, possiamo invitare un antenato ad abitarlo, di modo che, ogni volta che ci colleghiamo all’oggetto di potere, entriamo in connessione con l’energia dell’antenato che vogliamo avere vicino in quel particolare momento. Oltre agli spiriti antenati, i luoghi naturali brulicano di altre essenze invisibili e luminose raccontate dalle leggendi popolari. Nelle fiabe, le ninfe, le fate, gli gnomi, i folletti, altro non sono che le vestigia di presenze ben conosciute dalla tradizione sciamanica, i numi tutelari dei luoghi, gli antenati protettori, che sono diventati materiale per le letture dei bambini, gli unici che nella nostra civiltà, ne riconoscono ancora il valore e l’esistenza.

Ricordiamo infine un ultimo aspetto. Nel pensiero mitico proprio delle pratiche sciamaniche, nel particolare è contenuto il generale, quindi se lavoriamo con un oggetto raccolto nel bosco, ci colleghiamo all’energia del bosco e delle sue creature, se raccogliamo una conchiglia stiamo lavorando con lo spirito del mare, se lavoriamo con le piume stiamo lavorando non solo con l’uccello portatore della piume e con la sua specie, ma più in generale con lo spirito dell’aria.

L’incantatrice e la sciamana sanno, per spingersi ancora oltre, che in ogni piccola manifestazione della Grande Madre si nasconde l’universo intero e questo ci porta a comprendere perchè l’oggetto di potere, come già espresso in premessa, riconnette la persona con la dimensione del divino, del sacro ed è con questo scopo che veniva utilizzato dagli antichi.

L’oggetto dunque si fa tramite, anello di congiunzione, tra questa dimensione e l’altra. Ha un ruolo ponte che tiene viva la relazione, la connessione e aiuta l’essere umano a oltrepassare le catogorie dell’io e a vibrare in armonia con la Forza Cosmica.

Con amore e gratitudine Irene Adi Rahimo Conti

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